“Su Mondadori rapina a mano armata processare me infanga l’Italia”
ROMA – Silvio Berlusconi contro tutti. Il premier attacca magistrati, Costituzione, opposizione e Carlo De Benedetti: processarmi è una follia e il risarcimento alla Cir per il Lodo Mondadori – afferma – è «una rapina a mano armata». Parole che il presidente del Consiglio pronuncia a poche settimane dalla sentenza d’appello nella causa civile, attesa entro il 4 maggio. Con due interventi, a Roma e a Lampedusa, il Cavaliere non risparmia nessuno, nemmeno l’Unione europea. Quando entra alla convention dei co-fondatori del Pdl («Fini era un co-affondatore», dice) organizzata da Gianfranco Rotondi viene accolto da una standing ovation. Gli danno del «santo» e lui annuisce. Poi il discorso fiume di un’ora abbondante nel quale si definisce il vero rappresentante della cultura cattolica e che chiude invocando l’intervento divino in suo favore. Il Cavaliere parte forte, dice che lo «azzannano da tutte le parti». Poi attacca l’editore del gruppo Espresso, Carlo De Benedetti. Nell’Italia raccontata da Berlusconi da un lato ci sono «i comunisti» che truccano le elezioni e lo vogliono «eliminare anche fisicamente». Dall’altro la pazzia dei giudici. «Ora tentano anche l’attacco patrimoniale», scandisce. Per dimostrare la sua tesi si scaglia contro il risarcimento per il Lodo Mondadori in favore della Cir e contro il giudice che lo ha scritto, quel Raimondo Mesiano già messo alla berlina da Canale 5 e sul quale «ci sarebbe moltissimo da dire». Ecco la ricostruzione dei fatti firmata Silvio Berlusconi: il magistrato «ha formulato una sentenza a favore della tessera numero uno del Pd attribuendogli 750 milioni di danni per un Lodo» al quale lui, il premier, venne costretto «da una vera e propria estorsione subita dalla politica di allora» e che De Benedetti accolse «saltando dalla gioia». Da qui quella che definisce una «rapina», omettendo la sentenza definitiva che ha accertato la corruzione dei giudici da parte di Fininvest grazie alla quale Mondadori venne consegnata a Berlusconi e sottratta a De Benedetti. Quindi il Berlusconi che domani dovrebbe presentarsi a Milano per il processo Mediaset afferma che chiamare in tribunale il premier «è una cosa dissennata». E ancora, i giudici «lavorano contro il Paese», lo ricoprono di fango dando del premier «un’immagine peggiore di Al Capone». Dall’opposizione l’Idv ribatte che è Berlusconi a rovinare l’Italia. Quindi tocca alla Consulta («ormai è un organo politico che accoglie sempre le richieste dei pm contro le leggi che non gli piacciono») e alla Costituzione, «che ha bisogno modifiche strutturali proprie delle democrazie occidentali». Il ragionamento del Cavaliere viene chiuso dal capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, che non ha problemi ad affermare che «nella grande riforma della giustizia ci sono certamente misure per Berlusconi perché è vittima di un attacco che va avanti dal ’94». Ma nonostante gli attacchi il premier resta ottimista, si dice certo che vincerà le amministrative e dopo riorganizzerà il Pdl, per dargli «nuovo slancio». Annuncia che punta al 58% dei voti e che tra due settimane la maggioranza potrà contare su 330 deputati, con un balzo avanti di sette unità . Poi si concede alla platea degli ex Dc di Rotondi. Afferma che «il rappresentante» dei valori cristiani è lui, Silvio Berlusconi. Dal parterre della convention un supporter urla «Silvio santo subito». Lui gli risponde con un sorriso: «Intervento efficace». Poi chiude chiedendo direttamente «al buon Dio di dare uno sguardo dall’alto, perché abbiamo anche bisogno di lui per riuscire a governare». Ma il Pd gli ricorda che «in tutti i sondaggi Bersani è davanti».
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