by Editore | 22 Aprile 2011 6:35
PARIGI – Un data cerchiata di rosso. Per i francesi il 21 aprile ormai rievoca il trauma delle elezioni presidenziali del 2002, quando a sorpresa il candidato socialista fu eliminato e al ballottaggio arrivò Jean-Marie Le Pen. Nove anni dopo, ci risiamo. Se anche i simboli contano in politica, il sondaggio realizzato ieri, 21 aprile, è di pessimo augurio. Per le presidenziali del 2012 tutti gli istituti pronosticano di nuovo una scheda al secondo turno con il cognome Le Pen. Oggi tutto è diverso. Il nome è quello di Marine, la giovane e rampante erede del Front National, che ha definitivamente sdoganato il vecchio partito del padre. Ma lo shock, ancora solo immaginario, è lo stesso. L’incubo potrebbe ripetersi, in senso contrario. Questa volta sarebbe il candidato della destra Nicolas Sarkozy ad essere eliminato al primo turno. I sondaggi lasciano poco margine. Secondo l’ultima ricerca pubblicata ieri dal Parisien, l’attuale presidente sarebbe tagliato fuori con un magro 20% dei voti, superato da almeno tre esponenti del Ps. L’avversario più forte è Dominque Strauss-Khan (30%), seguito da Franà§ois Hollande (22%) e da Martine Aubry (21%). Sarkozy passerebbe al ballottaggio solo se la candidata socialista fosse Ségolène Royal (15%). Il dato che rimane sempre invariato è quello di Marine Le Pen, stabile tra il 21 e il 22% dei voti, lanciata verso il duello finale per l’Eliseo. «Tranquilli, la partita non è ancora cominciata» ha detto Sarkozy per rassicurare il suo partito. Lo scenario non è definito, almeno a sinistra dove il Ps deve organizzare in autunno le primarie. È anche vero che nessuno sondaggio ha mai azzeccato le previsioni con un anno di distanza, lo stesso risultato del 2002 non era stato anticipato dai maggiori istituti di ricerca. Ma il dubbio ormai serpeggia tra i consiglieri più fidati del presidente, nessuno si sente più di sottovalutare gli avvertimenti dei sondaggi. Qualcuno nell’Ump ha addirittura incominciato a chiedere primarie. Il presidente continua invece a ostentare sicurezza. «Io, la situazione, la vedo bene» ha ripetuto, nonostante ad aprile abbia battuto l’ultimo record di impopolarità (29%). Minacciato a destra e al centro, Sarkozy deve combattere soprattutto nel proprio campo. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’ex premier ed eterno rivale Dominique de Villepin che ha appena fondato il suo partito, République Solidaire. Due ministri eliminati nell’ultimo rimpasto, Jean-Louis Borloo e Hervé Morin, hanno pure deciso di mettersi in proprio. Oltre a sperare nella capacità della sinistra di farsi del male, Sarkozy dovrebbe convincere questi fuoriusciti a tornare nell’ovile. Borloo, in particolare, è accreditato nei sondaggi tra il 7 e il 10%, che risulterebbero vitali per il presidente. Bisognerà poi vedere se l’effetto «Marine» reggerà fino alla primavera prossima. Di sicuro, il rischio di un suo passaggio al ballottaggio non sarà più una sorpresa come fu nel famigerato 2002. Nei prossimi mesi i due schieramenti avranno il tempo di studiare i modi per scongiurare l’annunciato pericolo. Ognuno cercherà di riunire un «fronte repubblicano» prima, e non dopo che Le Pen arrivi a un passo dall’Eliseo. Nel 2012 il primo turno delle presidenziali cade il 22 aprile. La cabala dei numeri politici forse aiuterà .
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