“Non basta il consenso dell’utente devono essere chiare le finalità “

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ROMA – Addio privacy anche per gli automobilisti che usano il TomTom. «Indaga l’ufficio del Garante della privacy. Abbiamo aperto un’istruttoria per chiarire come si sono svolti i fatti e che uso si fa di questi dati. Vogliamo sapere se le informazioni vendute alla polizia olandese sono state raccolte soltanto da navigatori installati nelle auto o anche da smartphone», dice Francesco Pizzetti, presidente dell’Ufficio per la protezione dei dati personali. «Si vedrà  se ci sono cittadini italiani coinvolti». Dal navigatore in auto al telefono in tasca, i sistemi di geolocalizzazione schiudono un orizzonte su dati molto personali della gente comune. Che si fa? «Si affronta caso per caso. È un problema costante, che vale per tutte le apparecchiature che usano questi sistemi». TomTom pare si sia giustificata dicendo che era stata preliminarmente fornita agli utenti un’informativa sul trattamento dei dati personali. Sufficiente? «L’informativa non basta. Non è sufficiente indicare che i dati possono essere vendibili a terzi. Si dovrebbe sapere a chi e per quale utilizzo. Per esempio in questo caso le informazioni potrebbero essere state utilizzate per migliorare la circolazione, il traffico. Ma è opportuno verificare». Quali altri quesiti porrete a TomTom? «Se i dati sono stati acquisiti e/o ceduti in forma aggregata o individuale, a quali soggetti sono stati venduti, sembrerebbe ad una società  che poi li ha girati alla polizia. Con quali finalità ? E ancora è importante stabilire se l’utente, sia con navigatore che con smartphone, possa in qualunque momento interrompere la raccolta dati».


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CHI ASCOLTA LA VOCE DEGLI STUDENTI IN PIAZZA

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Gli studenti universitari venerdì hanno manifestato nelle maggiori città italiane. Come molte altre volte in passato, mettono in campo il diritto di disobbedire e manifestare perché le altre armi della politica sono spuntate e non raggiungono l’obiettivo di far sentire la voce a chi della politica vive, a chi la pratica dentro le istituzioni.

Le quali sembrano essere diventate un muro di gomma su cui quel che succede fuori rimbalza, senza produrre effetti.

Spagna. La forza degli indignati: politici parte e non soluzione del problema.

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 15-M, meglio noti in Italia come Indignados. Che fine hanno fatto? Per i giornali e il mainstream, abbandonate le piazze di Spagna, la notizia e’ scomparsa. Ricorda quell’errore di valutazione che ricorreva di anno in anno rispetto al movimento altermondialista. Caporedattori e direttori che sbuffavano, e che ‘tanto e’ sempre la solita storia’. Peggio, ci si si ripeteva sempre lo stesso quesito: ma scusate, questo altro mondo possibile come farete a costruirlo se non vi implicate in politica? Dove la politica la potevano fare solo i partiti o i politici.

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