“Muri contro i tunisini”. La Lega primo partito in Canton Ticino

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L’aumento è stato del 7%, a spese di liberali, socialisti e democristiani; Giuliano Bignasca, il pirotecnico leader del movimento, nato 20 anni fa su immagine di quello fondato da Bossi, è riuscito a far man bassa di consensi giocando sul timore dei ticinesi per un’invasione di tunisini provenienti dall’Italia. «Bisognerà  costruire un muro di cemento alto quattro metri, lungo la frontiera con l’Italia», aveva minacciato durante la campagna elettorale. Bignasca se l’è presa anche con gli oltre 40 mila frontalieri che quotidianamente arrivano in Ticino dall’Italia a lavorare. «Da oggi comandiamo noi e vogliamo essere padroni in casa nostra», gli slogan scanditi, dopo la vittoria elettorale, in piazza Riforma dai sostenitori della Lega, mentre un’emittente radiofonica trasmetteva “Il figlio di Guglielmo Tell”, di Davide Van de Sfroos, il cantautore comasco che ha mosso i suoi primi passi in Ticino prima di sfondare in Italia.


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Alex Zanotelli. Anche a Natale non c’è posto per i migranti

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La ministra e i leghisti: i padani sanno dove è l’Africa?

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  La ministra Kyenge- Foto: www.facebook.com/Repubblica

“La Kyenge se ne torni nella giungla”….ebbe a dire un consigliere circoscrizionale di Trento Serafini, appartenente a una lista in teoria “moderata” e di “ centro” nata per gareggiare alle elezioni provinciali del prossimo ottobre, che si chiama Progetto Trentino (non male come progetto).

In realtà la Kyenge è nata a Kambove in Katanga nella Repubblica Democratica del Congo. Qui della giungla richiamata da Serafini non v’è traccia da decenni causa deforestazione. L’estrazione di rame e cobalto, infatti, hanno privato il territorio della sua foresta pluviale tropicale.

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