“Ma il governo ha risposto bene alla crisi e se aspettavamo industriali per Parmalat…”

by Editore | 11 Aprile 2011 7:12

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 ROMA – Ministro Brunetta, la Marcegaglia accusa: le imprese non si sono mai sentite così sole. «Le ricordo che in questi 35 mesi il governo è stato autore di una delle politiche economiche anti-crisi migliori tra i paesi industrializzati. L’amica Emma lo sa, lo sanno i mercati, la Ue, l’Ocse e 4 milioni di imprese. Abbiamo riformato la Finanziaria, la scuola, la sanità  e le pensioni tenendo dritta la barra sulla spesa pubblica prendendoci gli insulti di mezza Italia». La frustata all’economia annunciata da Berlusconi però è sparita nel nulla. «Le cose serie hanno bisogno del loro tempo. In questi mesi abbiamo lavorato sul Piano nazionale delle riforme (Pnr) e sul Programma di stabilità  da presentare in Europa entro fine mese. Vedrà  che saranno accompagnati dalle opportune manovre di politica economica con l’obiettivo di stimolare e accompagnare la crescita e tenere sotto controllo i conti. Faremo anche la riforma fiscale». Con che tempi? «L’obiettivo è quello di approvare la legge delega in autunno e fare i decreti attuativi nel 2012 per poi vederne gli effetti nella legislatura successiva». Intanto la nostra crescita resta tra le più basse d’Europa. «È vero, ma molti paesi avanzano grazie a una finanza malata che noi non abbiamo». Che le banche italiane siano più sane non è merito del governo. «Certo, ma spiega il perché la nostra crescita non è drogata come quella di altri Paesi Ue». Siete stati criticati per i tagli indiscriminati. «Con le burocrazie ministeriali che abbiamo, e lo dice un convinto nemico dei tagli orizzontali, nel breve periodo forse erano l’unico strumento utilizzabile. Ma abbiamo imparato la lezione e nei prossimi giorni con il Pnr, il Programma di stabilità  e le manovre di accompagnamento faremo passi avanti». Su cosa punterete? «Non voglio anticipare nulla se non che ci sarà  la frustata economica». Dal 2015 come farà  il Paese a tagliare il debito come previsto dall’Ue? «La chiave di volta si chiama crescita: se continuiamo ad avere un ritmo dell’1% il nuovo Patto di stabilità  ucciderà  la nostra economia. Dovremo puntare ad un tasso di crescita almeno del 2%». Sembra un sogno. «Dobbiamo innescare politiche virtuose: oggi il Sud è fermo mentre deve diventare un volano per il Paese. Se avesse un tasso di crescita in avvicinamento a quello del Nord, il Pil nazionale andrebbe oltre il 2%». Il piano per il Sud, molto pubblicizzato, non si è mai visto. «Fitto, Tremonti e il governo stanno lavorando per qualcosa che non sia solo di facciata: a maggio verrà  concretizzato». Quello che si è concretizzato, invece, è il discusso intervento su Parmalat. «Il governo è dovuto intervenire perché non ci sono stati colleghi della Marcegaglia pronti a fare una cordata italiana per salvare l’azienda. Ne avremmo fatto volentieri a meno. Se poi arriveranno capitani e capitali coraggiosi degni di questo nome, e sappiamo che ci sono, il governo farà  un passo indietro. Speriamo non tardino». Il Pdl è in fibrillazione, è possibile che si spacchi? «No, il Pdl è una storia di successo, ha vinto tutte le elezioni e vincerà  le amministrative governando una crisi epocale». Si dovranno abolire triumvirato e quote tra ex Fi e An? «Era un’architettura per la transizione che va superata. Berlusconi è orientato a farlo dopo le amministrative».

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