“L’Unione non si abbandona basta liti o saremo tutti più deboli”

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Però bisogna che gli Stati membri seguano la Commissione e le sue proposte, che mirano appunto a questo obiettivo». Ma i governi nazionali sembrano non volerne sapere. E allora, che si fa? «Se andiamo avanti così, ripetiamo i dissidi che ci sono stati già  un anno fa tra Italia e Malta. Ma non si può continuare a litigare tra di noi. Adesso litigano Francia e Italia. Domani toccherà  a Spagna e Germania. Dopodomani a Grecia e Austria. In questo modo l’Europa si indebolisce ancora di più. E intanto non si vuol vedere qual è la vera natura del problema». E qual è, secondo lei? «La destabilizzazione dell’Africa nasce in primo luogo da un fattore demografico. Al di là  del Mediterraneo ci sono centinaia di milioni di giovani senza lavoro e senza prospettive. Se l’Europa non si fa carico del problema, lanciando un vero piano Marshall per creare occupazione in loco, saremo confrontati a un esodo di centinaia di migliaia di giovani africani. E quello non è un fenomeno che si può pensare di risolvere con i permessi di soggiorno temporanei o con i respingimenti alle frontiere. Ora sono la Tunisia e la Libia. Ma prepariamoci alla Costa d’Avorio dove ci sono un milione di rifugiati in marcia vero la Liberia. E poi a chissà  quante altre crisi. L’Europa ha a disposizione sette, dieci miliardi. Bisogna spenderli bene. E poi bisognerà  mettercene altri. Nessun Paese da solo può pensare di poter far fronte ad un problema così gigantesco. Ma, se non lo si risolve, tutti rischiano di pagare un prezzo elevatissimo». Intanto in Europa si litiga. Ha ragione il governo italiano quando accusa la Francia e il resto dell’Ue di ostilità ? «Certo la Francia dovrebbe essere più solidale. Ma non è solo la Francia. È tutta l’Europa che deve capire che questa emergenza va gestita insieme». E intanto la Commissione che fa? «Il presidente della Commissione, Barroso, è a Tunisi per difendere la linea italiana sui rimpatri e per tutelare gli interessi europei. E oggi la Commissione approverà  altri dieci milioni di aiuti per i profughi in Tunisia, oltre ai trenta già  stanziati. E sa perché? Perché la stima iniziale di sessantamila rifugiati africani fuggiti dalla Libia è risultata ottimista: oggi si valuta che siano già  almeno centomila. E aumenteranno ancora».


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