by Editore | 24 Aprile 2011 7:01
ROMA – Il manifesto è stato usato per l’apertura del punto vendita Ikea di Catania. Un mese fa. Due uomini di spalle che si tengono per mano e sopra la scritta «Siamo aperti a tutte le famiglie». L’immagine era destinata a sbiadire così, senza clamore. Ma ieri, prima che fosse definitivamente rimossa, il sottosegretario alla Famiglia Giovanardi ha deciso di sferrare il suo attacco ridando visibilità al messaggio altrimenti destinato all’oblio. Quella pubblicità attacca la Costituzione, ha detto. Ikea mette in discussione la famiglia. Con toni molto decisi Giovanardi ha movimentato una grigia vigilia di Pasqua attaccando l’azienda svedese che produce design a basso costo, mobili entrati nelle case di milioni di italiani. «Credo che molti clienti dell’Ikea non lo riterranno gradevole», la campagna pubblicitaria è «a gamba tesa contro la nostra Costituzione, offensiva, di cattivo gusto», ha detto il sottosegretario intervistato per KlausCondicio in onda su YouTube. «L’Ikea è libera di rivolgersi a chi vuole e di rivolgere i propri messaggi a chi ritiene opportuno. Ma quel termine “famiglie” è in aperto contrasto con la nostra legge fondamentale secondo la quale la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio». Comunque Giovanardi non ricorrerà al Gran Giurì, l’istituto di autodisciplina pubblicitaria a cui ci si rivolge in presenza di spot osceni o offensivi. «Se ci fosse stata una segnalazione sarebbe stata valutata come quella di qualsiasi altro cittadino», spiega Vincenzo Guggino, segretario generale dell’Istituto. «I nostri parametri sono ancorati al buon senso collettivo, il messaggio pubblicitario se è veicolo di opinioni che non offendono altre convinzioni non viene rimosso. È legittimo se compatibile con il vivere sociale. In questo caso poi non abbiamo avuto nessun tipo di protesta». Inevitabili le reazioni alle dichiarazioni di Giovanardi giunte pochi giorni dopo l’aggressione omofoba alla deputata Paola Concia che passeggiava a Roma con la sua compagna. «Giovanardi non fa che rinfocolare in modo irresponsabile i peggiori sentimenti di odio che albergano nel Paese», ha commentato il vicepresidente del Pd Ivan Scalfarotto. Il senatore democratico Ignazio Marino ha invece ricordato che il governo di cui il sottosegretario è un esponente «diminuirà di 10 volte il Fondo delle politiche per le famiglie nel corso dei prossimi anni, portandolo dai 346 milioni di euro del 2008 ai 31 milioni previsti per il 2013». Il radicale Sergio Rovasio si augura invece che la Svezia faccia una protesta ufficiale e chiede immediate scuse dal governo italiano. «Giovanardi dovrebbe stare attento a parlare come se fosse un ministro di un governo fondamentalista di tipo iraniano e confrontarsi di più con i suoi pari europei». Il fronte omosessuale ha reagito compatto. Ikea è un’azienda privata e può fare quel che vuole, ha detto Franco Grillini dell’Idv, mentre per il comitato di Europride Roma 2011 il sottosegretario «rende ridicola l’Italia».
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