“Il Paese del premier giocherellone incognita per la stabilità  dell’euro”

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Il parallelo è del Financial Times, che all’«Italia e al suo premier giocherellone» dedica un commento nell’edizione di ieri. Berlusconi, accusato di aver avuto rapporti sessuali con una minorenne, «scherza di fronte alle telecamere raccontando che, secondo i sondaggi, un terzo delle donne italiane passerebbe una notte con lui, mentre le altre lo rifarebbero volentieri». Ma il Cavaliere, secondo il FT, è il premier perfetto di un Paese che, per la Ue, rappresenta “la balena”, lo scommettitore estremo, per via di un debito così ampio da mettere a rischio il futuro stesso dell’euro. L’Italia, certo, può contare sul fatto che buona parte dei titoli del debito pubblico siano nelle mani dei risparmiatori italiani. Ma se, a fronte dell’aumento dei tassi d’interesse, l’Italia non ce la facesse più? Ogni mezzo punto si traduce in dieci miliardi annui in più. E un salvataggio è impensabile: «L’Italia è troppo grande da salvare». Non rimarrebbe che affondare nell’inflazione, ma quel punto i destini del Bel Paese e del suo premier si dividerebbero: mentre «Berlusconi è nelle mani degli elettori e dei giudici», l’economia italiana in ultima istanza «è nelle mani di obbligazionisti esteri, di banchieri centrali a Francoforte e di politici a Berlino», e questi «potrebbero essere meno clementi del sistema giuridico italiano».


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Sedici anni e mezzo all’amministatore delegato della Thyssenkrupp, il tedesco Harald Espenhahn, per il rogo che la notte del 6 dicembre 2007 uccise sette operai: ma, soprattutto, secondo i giudici della Corte di Assise di Torino fu «omicidio volontario».

Un paese di poveri lo siamo già 

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La Camusso, nuovo segretario della Cgil, dichiara che stiamo costruendo «un Paese di poveri» . Ma lo abbiamo già  costruito. L’Italia esibisce da tempo un debito pubblico colossale, che dopo una lieve diminuzione con il governo Prodi è tornato a salire e si aggira attorno al 120 per cento del nostro Pil, del nostro Prodotto interno lordo. Con un carico di interessi annuale superiore ai 75 miliardi che evidentemente paralizza il poco che resta da spendere.

Autonomi, evasione di massa

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FISCO In Italia il 56,3% è da loro, la media è del 13,5. Economia sommersa: 255/275 miliardi

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