“Governo confuso, ma da Sarkozy troppo rigore”

by Editore | 19 Aprile 2011 7:01

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ROMA – «Sull’immigrazione bisogna parlare con una voce sola, ma purtroppo nell’Europa delle destre questa manca». Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, è in Tunisia, dove oggi visiterà  il grande campo d’accoglienza per i profughi libici. In pochi mesi, la Tunisia ha accolto circa 150mila immigrati, l’Italia 30mila. Come giudica la gestione italiana dell’emergenza? «Confusa, vincolata alle posizioni della Lega e inconsapevole della lunga esperienza del nostro Paese, che già  ha affrontato emergenze del genere, adottando criteri d’equità , senza concentrare solo in alcuni luoghi gli immigrati, come si è fatto in queste settimane, negando spesso anche il rispetto dei loro diritti fondamentali. La situazione è poi stata recuperata in corsa, ma poteva fin da subito essere affrontata meglio, soprattutto nei rapporti con l’Europa». A proposito d’Europa, oggi la Commissione ha dato ragione alla Francia sulla chiusura temporanea delle frontiere. Che ne pensa? «Penso che quella francese sia stata una posizione eccessivamente rigorosa. Ma va ripetuto che il tentativo del governo italiano di ritenere sufficiente per il passaggio in Francia il permesso temporaneo, ex articolo 20 della Testo unico sull’immigrazione, era ovvio che non stava in piedi, perché Schengen prevede anche il rispetto di altri requisiti. Questa forzatura ha irrigidito i rapporti con gli altri Paesi, in particolare la Francia e in un clima così esasperato dalle tensioni era prevedibile che potesse accadere un fatto tanto serio, come la chiusura delle frontiere». La chiusura della Francia e ora anche del Belgio non rischia però di mettere in discussione lo stesso spirito di Schengen? «Va detto che ci troviamo oggi in un quadro europeo governato dalle destre, che sotto il profilo dell’immigrazione hanno posizioni molto rigide. Sono d’accordo col presidente, Giorgio Napolitano: l’Europa dovrebbe parlare con una voce sola, ma questa sulla tema immigrazione oggi manca. Per costruirla, però, non ci si può limitare a invocare l’Europa solo nel momento del bisogno». Ritiene che il Pd sull’emergenza in corso e sulle tensione con l’Europa abbia avuto una posizione chiara? «Il Partito democratico si è fatto sentire a sufficienza in Aula, senza smagliature e incertezze, forte anche della prassi seguita in passato con altre emergenze, come quelle del Kosovo e Albania, quando non si evocarono certo esodi biblici, né mitragliate contro i barconi».

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