“Governo asservito al Vaticano e l’Europa è sempre più lontana”
ROMA – «È una polemica pretestuosa, che punta a guadagnare una manciata di voti nel mondo cattolico. L’ennesimo affondo di un governo che pretende di definire le cose come meglio crede e che sul fronte dei diritti civili è rimasto indietro rispetto all’Europa». Il filosofo Gianni Vattimo, dichiaratamente omosessuale, non ci sta all’intemerata contro lo spot Ikea che ritrae una coppia gay da parte del sottosegretario alla Famiglia, Carlo Giovanardi. «È un attacco che fa appello a un’antropologia biblica – replica – che non rispecchia il concetto reale di famiglia nelle sue diverse accezioni e che è più arretrato anche di certe posizioni di parte del mondo cattolico». Giovanardi legge lo spot che recita “Siamo aperti a tutte le famiglie” come un attacco alla Costituzione: che ne pensa? «Sulla definizione di famiglia il dibattito è aperto. E la stessa Costituzione la definisce come “società naturale fondata sul matrimonio” ma non specifica che si tratta di quello tra uomo e donna. Se i padri costituenti pensavano alla famiglia tradizionale, oggi quel concetto andrebbe rivisto». A due giorni dall’aggressione alla deputata Pd, Paola Concia e alla sua compagna, a due passi da Montecitorio, finisce nel mirino lo spot di una coppia mano nella mano… «Il problema è che in Italia manca una legge contro l’omofobia che punisca severamente questi reati odiosi. Esiste una legge che punisce le offese razziste, ma non un provvedimento in grado di fermare la deriva di insulti contro i gay, che andrebbe urgentemente approvato». Giusto dunque inserire nella pubblicità del colosso svedese anche la famiglia formata da due persone dello stesso sesso? «Sì, lo spot intercetta una fetta di mercato feconda, perché disposta a spendere: così “l’antropologia ikeica” dimostra di essere più avanti di un paese asservito al Vaticano».
Related Articles
Refugees Welcome: porte di casa aperte, 20 famiglie controcorrente
«Allora perché non li ospiti a casa tua?» è il leit motiv dei razzisti sui social a chiunque parli di
Repressione in Egitto. Arrestata e poi rilasciata la giornalista Lina Attalah
La giornalista e fondatrice di Mada Masr, Lina Attalah, arrestata e rilasciata domenica per aver intervistato la madre dell’attivista Abdel Fattah in sciopero della fame, interrotto ieri
Siria, “ottomila morti in un anno” La Lega Araba chiede un’inchiesta
Palazzi distrutti a Homs (afp)