“Conto corrente semplice” accordo Abi-consumatori

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ROMA – Più chiarezza su costi e condizioni, soprattutto sui fidi. Bando al burocratese ed estratto conto trasparente con il 50% di pagine in meno. Sono i punti dell’accordo siglato da banche e consumatori sul “conto corrente semplice”. Molte volte su fronti opposti, questa volta Abi (l’associazione delle banche italiane) e 15 associazioni dei consumatori si sono messe d’accordo su una proposta per semplificare il documento di sintesi periodico e il foglio informativo dei conti bancari, in un protocollo d’intesa firmato ieri. Un primo passo verso una maggiore trasparenza delle banche con i clienti, come più volte chiesto da Bankitalia (che ora deve vagliare il protocollo per il via libera) e che si estenderà  anche ai mutui e al credito al consumo. «Il nostro sogno – ha spiegato il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari – è che l’estratto conto venga aperto, letto e compreso e non lasciato in un cassetto come un residuo radioattivo». Più trasparenza, dunque, anche perché «se una banca sbaglia il virus della cattiva reputazione contagia tutti», ha aggiunto Mussari. In particolare l’accordo tende a dimezzare il numero delle pagine del foglio informativo e nello stesso tempo vuole fornire al cliente informazioni prima non incluse, come la comparazione tra i costi del fido e dello sconfinamento, il dettaglio delle commissioni applicate nei due casi con le rispettive tabelle di confronto. Per quanto riguarda il documento di sintesi periodico, Abi e consumatori (tutte le principali associazioni hanno firmato il protocollo) «condividono la necessità  di limitarne l’invio solo nel caso di condizioni variate nel corso dell’anno, riducendo così la ridondanza delle comunicazioni». Il protocollo è un primo passo anche secondo il Codacons: «La trasparenza è la precondizione per una maggiore concorrenza – si legge in una nota dell’associazione, tra le 15 firmatarie dell’accordo – solo quando le banche più care potranno essere seriamente penalizzate dai loro clienti, si comincerà  ad aggredire il vero problema: il fatto che le banche italiane sono le più care d’Europa, con grave danno per consumatori ed aziende». Ma c’è un altro primato che riguarda gli italiani e le banche: la sfiducia in bancomat e carte di credito e la preferenza per i pagamenti “cash”. Gli italiani sono al top nella Ue nell’uso dei contanti, anche per importi alti: secondo i dati raccolti dalla Bce nel 77% dei casi si usano anche per pagamenti oltre i 100 euro (la Francia è al 15%). Italia fanalino di coda, invece, per la frequenza dei prelievi agli sportelli bancomat: 46 persone su 100 lo fanno almeno una volta ogni due settimane, un terzo degli italiani non preleva mai e preferisce andare direttamente in banca. Una tendenza che la Bce imputa alle commissioni spesso richieste dalle banche, che spingono a fare meno prelievi ma con somme più elevate.


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