Prescrizione breve, opposizione in trincea

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ROMA – È sulla giustizia negata alle vittime che si gioca il destino della prescrizione breve per gli incensurati. Quei nomi delle vittime, come nel caso della strage ferroviaria di Viareggio, che Pd e Idv sono decisi ad elencare in aula. Come un refrain continuo, insistente, martellante. Ad ogni intervento. Fino a consumare le dieci ore di possibile contrasto che resta alla norma scritta per cancellare il processo Mills. E mettere in grave imbarazzo il Pdl. Per far capire al Paese, come dice la Pd Donatella Ferranti, qual è il prezzo che si sta pagando: «Una sostanziale amnistia pur di salvare Berlusconi da una condanna per corruzione». Tutte le opposizioni, Pd, Idv, Udc e Fli una cosa si augurano. Che Napolitano fermi, nel passaggio tra Camera e Senato, con un’azione di moral suasion, una legge che senza i due terzi necessari per indulto e amnistia di fatto ne vara una in via ordinaria. Un intervento che sarebbe identico a quelli che in passato il Colle è stato costretto a fare, dopo le denunce denunce dell’Anm, per la legge blocca processi del 2008 e il processo breve in versione Senato del 2010. In entrambi i casi sarebbero stati fulminati centinaia di dibattimenti. È dunque sotto la spada di Damocle di un possibile ridimensionamento del Quirinale, giustificato dall’allarmante impatto sui processi, che il Pdl si appresta ad affrontare 24 ore molto difficili a Montecitorio. Per approvare «l’ennesima forzatura e l’ennesimo scempio» come dice il centrista Roberto Rao. Si comincia alle 15, seduta fino alle 24, ma non è escluso che il Pdl voglia dai capigruppo la seduta fiume per tutta la notte. Il programma parla di un voto mercoledì alle 18 in diretta tv. Ma i 190 emendamenti da respingere e la dozzina di ore dell’opposizione sono “il” problema. L’Idv preannuncia «il Vietnam» e l’incidente è dietro l’angolo. Come nel caso di La Russa sono i manifestanti fuori Montecitorio che “peseranno” dentro l’aula. Non c’è solo il Popolo viola o i gruppi d’opposizione, ma anche quei comitati delle vittime, come Viareggio o l’Aquila, che si sentono truffate nel loro diritto alla giustizia dalla mannaia della prescrizione breve per gli incensurati. Lo dimostra il caso di Osvaldo Napoli, il vice capogruppo del Pdl che, intervistato da Repubblica Tv, di fronte alla testimonianza di Alessandra Biancalana, la compagna di una delle vittime della strage di Viareggio che chiede giustizia, dice «di essere pronto a farsi carico del problema». Non esclude un possibile emendamento per mettere in salvaguardia. Poi precisa di apprendere dai tecnici che «le stragi sono escluse». La norma sulla prescrizione breve è chiara. Essa si applica a tutti i reati, «salvo che si proceda per quelli di cui all’articolo 51, commi 3-bis e 3-quater, del codice di procedura penale». Sono i reati gravi di mafia, terrorismo, pedofilia. Il Pd ha proposto di inserire il disastro colposo. Che non c’è. Il caso è aperto.


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