Povertà  e disagio, aumenta la spesa dei comuni: 510 milioni

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ROMA – Per la povertà  e il disagio degli adulti i comuni hanno speso complessivamente 510 milioni di euro, che equivalgono a solo 14 euro pro capite. Il dato è contenuto nel rapporto Istat 2008 dedicato agli interventi sociali dei comuni (vedi lanci precedenti). Gran parte della spesa riguarda i trasferimenti in denaro verso le famiglie (56,8%) e principalmente i contributi economici per l’alloggio e quelli a integrazione del reddito familiare. Per questo tipo di sostegno si osserva una decisa tendenza all’aumento degli utenti serviti e della spesa sostenuta dai comuni: mentre nel 2004 i contributi per l’alloggio nel erano stati erogati a meno di 60 mila cittadini in difficoltà  economiche, nel 2008 essi hanno interessato oltre 104 mila famiglie, con una spesa media annua passata da 1.070 a 1.162 euro. I contributi a integrazione del reddito familiare, che coprivano meno di 110 mila famiglie nel 2004, nel 2008 sono stati erogati a oltre 124 mila nuclei familiari, con una media annua per utente in crescita da 686 a 843 euro.

Un’altra componente significativa di spesa è data dal servizio sociale professionale, cui si sono rivolte nel 2008 più di 334 mila persone, mentre nel 2004 gli utenti presi in carico dai servizi sociali per problemi di povertà  ed esclusione sociale erano 238 mila. Altre attività  realizzate dai comuni per quest’area di utenza sono il servizio mensa, di cui hanno usufruito oltre 26 mila cittadini in difficoltà  economiche, gli interventi per l’inserimento lavorativo e l’integrazione sociale di persone con disagio mentale (più di 7 mila utenti), senza fissa dimora (2 mila utenti) o con altre forme di disagio sociale (27 mila utenti).

Per l’accoglienza in strutture residenziali sono stati impiegati 46 milioni di euro, divisi fra dormitori per persone senza fissa dimora, dove hanno trovato accoglienza circa 9.800 persone, strutture che offrono un alloggio più duraturo a persone senza fissa dimora (6.800 ospiti), altre strutture residenziali per persone con problematiche socio-economiche (5.900 ospiti).

Dal punto di vista della tipologia di bisogno su cui si concentrano le risorse, le differenze regionali risultano ancora più significative. Le regioni del Sud, dove si usufruisce, in generale, di una spesa sociale pro-capite mediamente più bassa rispetto al resto d’Italia, presentano una quota maggiore di risorse assorbite dalle politiche di contrasto alla povertà  e all’esclusione sociale: il 12,3% (con un picco del 24% in Calabria), contro il 6,5% del Nord Italia. Viceversa, nel Nord c’è una maggiore concentrazione di risorse verso gli anziani e, soprattutto nel Nord-est, verso i disabili. (vedi lanci successivi)

 

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