Per Pierpaolo era il primo contratto a termine sessanta euro al giorno per sfidare la morte
Venti giorni, tanto sarebbe durato il suo incarico alla Saras per conto della Star Service, società catanese che si occupa della manutenzione di impianti industriali e della bonifica dei serbatoi di gas tossici. Un lavoro, precario come i tanti altri che aveva svolto finora e che Pierpaolo aveva accettato nonostante fosse consapevole dei rischi che correva. L’incarico, con la qualifica di aiutante, gli avrebbe fruttato, oltre al compenso sindacale, sessanta euro al giorno di trasferta. «Ma alla fine del lavoro – aggiunge Innocenzo Condorelli, direttore tecnico della Star Service – avremmo certamente conteggiato qualcosa in più, come facciamo sempre con chi lavora per noi…». Così Pierpaolo, 23 anni, con un diploma che non gli aveva offerto niente di meglio, era partito per la Sardegna dove avrebbe replicato la breve esperienza già avuta a Priolo in un altro degli impianti che la Star Service ha in portafoglio. Qui, vicino al più grande insediamento petrolchimico siciliano, ha sede operativa la società che, oltre che con la Saras, ha lavorato con le raffinerie Erg, Esso, Isab. Assieme a Pierpaolo Pulvirenti da Priolo, Augusta, Siracusa e Catania erano partiti altri otto operai. Due di loro, Gabriele Serrano e Luigi Catania, sono scampati per miracolo alla morte. «Quello alla Saras è un lavoro altamente specializzato – spiega ancora Condorelli – ma Pulvirenti, al momento dell’incidente, stava semplicemente posizionando un divieto d’accesso davanti al boccaporto della colonna. Inspiegabilmente questo era aperto quando la nube tossica lo ha investito…». Sotto choc i familiari del giovane che ieri pomeriggio hanno raggiunto Cagliari con un aereo privato messo a disposizione dalla famiglia Moratti.
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