Patto Italia-Tunisia «I nuovi arrivi saranno rimpatriati»

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TUNISI — Circa ottocento rimpatri in otto giorni, con due voli ogni ventiquattrore, ciascuno con 50 immigrati a bordo. Ma senza dettagli operativi. Il risultato più atteso, quello sul numero dei rimpatri, c’è nell’accordo sull’immigrazione clandestina firmato ieri sera a Tunisi del ministro dell’interno Roberto Maroni e dalla sua controparte, Habib Essid. Tuttavia va ancora confermato alla prova dei fatti. Forse anche per questo nella conferenza stampa convocata alle 19 (ore 20 italiane) Maroni si è limitato a leggere in maniera molto sommaria i punti chiave dell’intesa: rafforzamento della sorveglianza delle coste, fornitura di mezzi tecnici alla Tunisia, interventi di prevenzione. «Abbiamo cominciato a chiudere il rubinetto» , ha commentato il ministro, senza aggiungere altro: «Voglio prima presentare il protocollo a Berlusconi e ai colleghi dell’unità  di crisi» . Il passaggio più difficile, che ha tenuto a lungo in bilico il negoziato, è stato proprio quello delle «riconsegne» . Il governo italiano ha dovuto accantonare l’idea di procedere al rimpatrio di massa (almeno 1.000 immigrati in una volta sola) e ha ripiegato su rientri graduali. In parallelo il ministro Essid ha accettato di accelerare almeno un po’ sulla «cadenza» dei rimpatri, spostandosi dalla soglia di 50-100 a circa 800 in otto giorni. L’operazione sarà  concordata nei dettagli tra le due parti. L’Italia ci mette gli aerei e, entro due giorni, il governo tunisino farà  sapere quando e in quale scalo potranno atterrare. Solo allora si potrà  dire che cominceranno i rimpatri. Oggi, invece, Berlusconi firmerà  il decreto che accorda un permesso provvisorio di 6 mesi a favore degli altri 20 mila tunisini sbarcati dall’inizio dell’anno. Ma, particolare importante, il protocollo concordato ieri prevede il “rimpatrio diretto”per i clandestini che arriveranno in Italia dopo l’entrata in vigore del provvedimento. Certo, questa mossa non piacerà  alla Francia, poiché in qualche modo concede libertà  di movimento ai giovani tunisini, molti dei quali vogliono raggiungere Parigi. La posizione italiana è rafforzata però dalla risoluzione approvata ieri dall’Europarlamento riunito a Strasburgo, presentata dal leghista Fiorello Provera, che sollecita il Consiglio europeo «a predisporre un piano di azione per il reinsediamento dei rifugiati e ad applicare la clausola di solidarietà  tra gli Stati membri» . Infine la sorveglianza. Non ci saranno pattugliamenti congiunti italo-tunisini al largo delle coste nordafricane. Maroni, però, ha ottenuto un rafforzamento della collaborazione anche in mare. Un esempio: se una motovedetta italiana avvista barconi di immigrati in navigazione nelle acque territoriali tunisine, potrà  avvisare la guardia costiera locale, che andrà  a recuperarli. Sempre che arrivino presto i motoscafi veloci promessi nel nuovo accordo di Tunisi.


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