Pasqua, lo spirito risorge per tutti

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Ed altri: «Un grande profeta, più grande di Ezechiele e di Geremia». Altri ancora: «Tu sei il Messia, discendente dalla stirpe di David e sei venuto ad annunciare la fine dei tempi». Gesù ascolta, si chiude in sé. Si ritira nel deserto passando dalle terre dove vive la comunità  degli Esseni, rimane quaranta giorni solo con le sue tentazioni, ode la voce del Tentatore e ne respinge le impure proposte. Torna tra i suoi. Ora è convinto di essere il Figlio di Dio, il solo tramite attraverso il quale l’unico Dio manifesta il suo amore per gli uomini e la sua sconfinata misericordia. Questi due racconti, pur svolgendosi nello stesso modo e configurando lo stesso percorso, sono però profondamente diversi, ma convergono nella stessa conclusione: quell’uomo dà  inizio ad un’epoca che si ispira al principio dell’amore e della carità , del perdono e della misericordia. Il peccato è una caduta dalla quale ci si può rialzare. Il male è soltanto l’eccezionale assenza del bene. Il bene è il regno dei giusti che godono la beatitudine di poter contemplare Dio nelle sue tre consustanziali epifanie di Padre, di Figlio e di Spirito Santo. In questa fine del viaggio e della storia il male avrà  cessato di esistere, non ci sono né purgatorio né inferno, ma soltanto paradiso, senza tempo e senza luogo. * * * Ma c’è un terzo racconto, quello che caratterizza l’epoca della modernità . In esso non esistono né il male né il bene, non esiste il peccato. Ogni essere vivente è dominato dalla natura dei suoi istinti e vive in perfetta innocenza. Ma noi, unica specie dotata di mente riflessiva e capace di pensiero, noi ci vediamo vivere, invecchiare e morire; noi siamo animati da due forme di amore: quello verso se stessi e quello verso gli altri. Nessuno di questi due amori riesce a cancellare l’altro e la nostra vita non è che la dialettica convivenza di essi che si confrontano nella caverna dove abitano i nostri istinti, le nostre più segrete pulsioni e la nostra energia vitale. In questo terzo racconto non esiste metafisica, nulla è divino oppure tutto è divino, due modi per significare la stessa cosa: “Deus sive natura”. Il terzo amore che tutto sovrasta è quello verso la vita e il solo peccato pensabile è quello contro la vita, la sua dignità , la sua libertà . Non una vita idealizzata, ma una vita storicamente determinata dagli istinti che si misurano, si combattono, si trascendono, si trasfigurano, diventando passioni e sentimenti analizzati dalla lente della ragione, cioè del pensiero che pensa se stesso e che si vede vivere. Questo pensiero è capace di inventarsi e di raccontarsi molti mondi, è una fabbrica di illusioni che ci aiutano durante il viaggio, di speranze che alimentano la nostra energia vitale, di architetture morali indispensabili a tutelare la nostra socievolezza. Noi siamo una specie pensante e socievole, perciò costruiamo regole morali che consentono la convivenza in quel dato contesto storico. Ecco perché non esistono peccati ma esistono reati. Quando finisce un’epoca, finisce anche una morale, si verifica una rivoluzione che smantella la vecchia architettura per costruirne un’altra affinché la vita possa proseguire alimentata e incanalata da nuovi limiti, da nuove correnti, da nuove sorgenti. * * * Ognuno di questi racconti ha una sua Pasqua, ognuno raffigura un’epifania, una morte apparente e una resurrezione. Non c’è fine perché non c’è principio. Non c’è altro senso fuorché la vita che la nostra specie è in grado di raccontare, interpretare, trasfigurare, inventare. Abbiamo perfino inventato il tempo. Il tempo morirà  con noi. La morale morirà  con noi. Purtroppo stanno già  morendo e questo non è buon segno. Quando si rifiuta di ricordare il passato non si può costruire il futuro, si vive schiacciati da un eterno presente come gli animali che vivono infatti fuori del tempo. Quando si smonta un’architettura morale senza costruirne un’altra il fiume della vita cessa di scorrere diventando imputridita palude. A questa sorte dobbiamo ribellarci, questo pericolo dobbiamo scongiurare. “Resurrexit” suoneranno oggi le campane. La Pasqua è di tutti ed è lo spirito di tutti che deve risorgere.


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