Pacifisti in piazza: “Nessuna guerra è utile”
ROMA – Il popolo pacifista è tornato in piazza con cortei, sit-in, musica e flash mob contro l’intervento militare in Libia. Le bandiere arcobaleno si sono alzate di nuovo a Roma, Milano, Bologna, Napoli, Torino, Genova, Firenze, Vicenza, in un’altra quarantina di città e davanti alle basi aeree di Aviano, Sigonella, Decimomannu. Missione: «Sostenere le lotte per la democrazia, garantire protezione ai migranti, opporsi alle dittature, alle occupazioni militari, alle repressioni in corso». La protesta è stata promossa dal Coordinamento Due aprile, che raggruppa associazioni e organizzazioni “No war”. «La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire», c’era scritto sullo striscione che, nella capitale, Emergency ha issato in piazza Navona. E sull’appello che 56 anni fa Albert Einstein e Bertrand Russel lanciarono contro la guerra, hanno ruotato gli interventi ed è partita la campagna sul web (adesioni sul sito www.dueaprile.it) per il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione («L’Italia ripudia la guerra»). «Gheddafi, il tiranno che si sta combattendo» ha scandito Moni Ovadia «l’avevano messo nella commissione Diritti umani dell’Onu; ora ci si nasconde, mentendo, dietro la foglia di fico della guerra umanitaria che non esiste». «Quando si bombarda», ha aggiunto il fondatore di Emergency, Gino Strada, «si è in guerra e basta». Vauro Senesi, Dario Vergassola, Cecilia Strada hanno letto testi di Bertolt Brecht, Nelson Mandela, don Milani, Norberto Bobbio, Hannah Arendt, Gianni Rodari, Howard Zinn, alternati alla musica di Francesco Di Gesù, alias Frankie Hi-Nrg Mc, Assalti Frontali e alle canzoni di Andrea Rivera. «Si tolga la parola alle armi», ha esortato a Torino don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, «per ridarla alla politica». E a Milano, in 5mila si sono ritrovati in piazza Fontana. Manifestazioni anche a Firenze, Genova, Vicenza e in tanti altri centri, da Ventimiglia e Manduria, due aree interessate dagli “sbarchi” di migranti dal Maghreb e dove, con il no alla guerra, si è levato l’appello per la solidarietà verso i profughi.
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