Nuova invettiva del vicepresidente Cnr . “Non sono castighi divini”

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ROMA – «Terremoti, uragani e altre sciagure che colpiscono insieme colpevoli e innocenti non sono mai un castigo di Dio». Per padre Raniero Cantalamessa, predicatore della casa Pontificia, dire il contrario significa “offendere Dio e gli uomini”. Parole inequivocabili, pronunciate ieri di fronte a Benedetto XVI, durante la celebrazione della passione del Signore, nella basilica di San Pietro, e che sembrano voler archiviare in maniera definitiva le contestate tesi portate avanti dall’ultracattolico vice-presidente del Cnr, Roberto de Mattei. Che adesso, dopo questa presa di posizione del Vaticano, resta solo. Prima di Cantalamessa, contro di lui si erano già  espressi storici, docenti, ricercatori dello stesso Cnr, e il presidente dell’Accademia dei Licei. Oltre quattordicimila, invece, le firme raccolte tramite una petizione on-line, con la quale si chiedono le dimissioni del numero due del Cnr, il cui incarico si deve ai ministri Letizia Moratti prima, e, successivamente, a Mariastella Gelmini. L’omelia di padre Cantalamessa viene pronunciata mentre Repubblica. it rende noto l’ultimo intervento di De Mattei, dai microfoni di Radio Maria, nel corso della trasmissione “Radici cristiane”. Il 20 aprile, parlando del terremoto di Messina, lo storico aveva rilanciato quanto sostenuto a proposito del sisma in Giappone: c’è sempre «un rapporto tra le rovine materiali e quelle spirituali che colpiscono le città  e i popoli». Anche il terremoto che nel 1908 distrusse Messina può essere considerato un castigo divino, sostiene il docente dell’Università  europea di Roma (istituto dei Legionari di Cristo). Tre anni prima, nel 1905, padre Annibale di Francia aveva predetto quella catastrofe, attribuendola al decadimento morale che avrebbe colpito la città . Dio, sottolinea De Mattei, avrebbe voluto punire i messinesi per i loro peccati. A conclusione del suo intervento radiofonico, ha attribuito la rovina della città  di Varsavia, agli aborti che vi venivano praticati: «Il signore annunciò a santa Faustina Kowalska il castigo di una città , Varsavia, per i peccati che in essa si commettevano, soprattutto l’aborto, che è l’uccisione inerme nel grembo della madre. Varsavia fu distrutta durante la Seconda guerra mondiale». Non solo l’aborto, ma anche «il peccato di Sodoma e Gomorra», commesso da quelli che aveva definito «invertiti», sono la prova che la nostra società  meriterebbe una «punizione divina». Pur non citando direttamente lo “scienziato”, dichiaratamente antidarwiniano, padre Cantalamessa, sembra richiamarsi alle sue parole, laddove parla delle sciagure che possono colpire la Terra. Queste «non sono mai un castigo di Dio», spiega, «sono però un ammonimento: in questo caso, l’ammonimento a non illuderci che basteranno la scienza e la tecnica a salvarci. Se non sapremo imporci dei limiti, possono diventare proprio esse, lo stiamo vedendo, la minaccia più grave di tutte». De Mattei, che da Radio Maria aveva chiamato in causa i “i signori ateisti e le lobby mediatiche”, adesso si ritrova isolato. Il caso potrebbe ora finire all’attenzione dei membri del Consiglio Scientifico generale del Cnr: «Alcuni di loro – spiega Vito Mocella, portavoce dell’associazione ‘Articolo 33′ – ci hanno detto che la vicenda sarà  oggetto di una riunione convocata il 28 aprile».


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