“Nessun aumento agli operai Fiom”. Federmeccanica minaccia di tornare in toto al contratto del 2008
Motivo del contrasto le recenti vittorie ottenute in tribunale dal sindacato. Per otto aziende (la bulloneria Barge di Borgaro davanti al tribunale di Torino; Emmegi, Maserati, Rossi, Glem Gas, Ferrari, Case New Holland e Titan davanti a quello di Modena) la Fiom è riuscita a ottenere che per i propri iscritti restasse in vigore il contratto nazionale firmato nel 2008 da tutti i sindacati e non quello del 2009 che la Fiom si rifiutò di siglare. Su questa base Federmeccanica ha anticipato al Mattino di Napoli che chiederà alle aziende coinvolte di non riconoscere agli iscritti Fiom gli aumenti salariali previsti dal contratto del 2009. Aumenti che valgono in media 68 euro al mese e che gli operai potrebbero essere costretti a restituire. «È la giusta conseguenza dei ricorsi della Fiom – ha dichiarato ieri Vincenzo Ilotte, presidente torinese dell’Amma (l’associazione delle aziende meccaniche di Confindustria) – Se vogliono seguire questa strada, devono subirne le conseguenze». Dura la replica di Maurizio Landini, segretario nazionale Fiom: «Così si violerebbe l’articolo 36 della Costituzione che riconosce ai lavoratori il diritto a una retribuzione proporzionata alla qualità e alla quantità del suo lavoro». In pratica: come si potrebbe pagare meno un lavoratore Fiom che svolge le stesse mansioni del collega iscritto a un’altra sigla sindacale? «Questa è la dimostrazione che la strada degli accordi separati non porta da nessuna parte, occorre un nuovo contratto collettivo nazionale firmato da tutti i sindacati», ha dichiarato Landini. La Fiom accusa gli industriali di essersi rimangiati la parola: «Le stesse aziende coinvolte nelle cause hanno scritto nelle memorie difensive depositate in tribunale che applicavano gli aumenti del 2009 anche a chi era firmatario del contratto del 2008» dichiara Elena Poli, avvocato della Fiom nel caso della Bulloneria Barge. La strada dei ricorsi, però, espone il sindacato ai violentissimi attacchi da parte delle altre sigle. Per Giuseppe Farina, segretario generale della Fim: «I ricorsi della Fiom si stanno rivelando un boomerang. Quella di Federmeccanica è solo un’ipotesi e spero che gli industriali non vogliano forzare la mano visto che tra qualche mese scadrà il contratto del 2008». Per Rocco Palombella, segretario generale Uilm: «Le sentenze dei tribunali sui ricorsi della Fiom sono la vera morte del contratto nazionale». Frase che ha scatenato la reazione di Augustin Breda, dirigente nazionale Cgil e coordinatore nazionale lavoro società cambiare rotta Fiom: «La Uilm farebbe bene a cessare i panni dell’utile idiota di Federmeccanica». Uno scontro violentissimo alla vigilia del referendum alla ex Bertone del 2 e 3 maggio, ormai sempre più spartiacque del futuro dell’industria meccanica.
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