‘Ne’ scuola ne’ lavoro’ record giovani a Napoli
ROMA – Napoli ‘strappa’ un altro record non proprio invidiabile: quello dei giovani ‘neet’, che non lavorano, non studiano e non frequentano corsi di formazione. Nullafacenti. Quasi mai per scelta, bensi’ per perdita di fiducia. La loro eta’ va dai 15 ai 29 anni. L’acronimo e’ anglosassone e significa, appunto, ‘Not in Employment, Education and Training’. In tutta Italia si stima che oltre 2 milioni siano in queste condizioni e che per il 56,5% siano donne: alcuni di loro sono scesi in piazza sabato scorso perche’ fanno parte di quegli eterni giovani, senza diritti e certezze, che hanno partecipato alla mobilitazione nazionale dei precari. La loro incidenza sul totale dei giovani di quell’eta’ supera il 21%.
Un’analisi dettagliata del fenomeno, con un occhio particolare alla sua distribuzione territoriale, e’ contenuta nell’ultimo bollettino ‘Monitor’, la banca dati dei mercati del lavoro del ministero curata dall’agenzia tecnica Italia Lavoro. Un tasso, quello dei giovani ‘neet’, che schizza nel Mezzogiorno con un valore pari circa al 30% fino a toccare il 33,3% nel caso delle donne e il 27,4% degli uomini: il doppio o piu’ del doppio dei tassi delle altre aree del Paese. Per esempio, nel nord-est e’ pari al 13,2%, nel nord ovest al 15,4% e al centro al 16,1%. Ma non e’ solo il capoluogo campano a detenere il triste primato dei giovani ‘neet’: Napoli e’ in buona compagnia con Catania (36,4%), Brindisi e Palermo (entrambe 36,3%). Dunque, in prevalenza nelle regioni Campania (dove il valore medio regionale e’ del 33,5%), Sicilia (33%), Calabria (28,8%) e Puglia (28,6%). Inferiore rispetto al Meridione, ma ugualmente rilevante anche il tasso che si registra in lacune province del centro-nord, superiore al 18%, dove i mercati del lavoro sono piu’ critici come Frosinone, Massa Carrara, Rieti, Livorno, Chieti, Imperia, Gorizia, Terni, Latina, Ascoli Piceno.
Quanto al titolo di studio, i valori piu’ alti si hanno per i giovani che possiedono il diploma di scuola superiore e la licenza media. In particolare per quest’ultimo titolo, si registrano valori particolarmente elevati, pari a circa il doppio della media nazionale, in Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia.
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