Milano, contestata la Moratti 60 mila sfilano per la Liberazione

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MILANO – È iniziata con qualche attimo di tensione tra forze dell’ordine e alcuni militanti dei centri sociali e si è conclusa con i fischi a Letizia Moratti al grido di «Vergogna, vattene». Ancora una volta, la manifestazione ufficiale dell’Anpi per ricordare il 66° anniversario della Liberazione dal nazifascismo è stata teatro di urla e slogan contro il sindaco di Milano. Sessantamila persone (nessun rappresentante della Lega) che per il resto hanno sfilato pacificamente per le vie del centro. Molte bandiere tricolori e tanti cartelli in difesa della Costituzione. Se i giovani del centro sociale il Cantiere, preceduti da uno striscione contro Silvio Berlusconi con la scritta «Cacciare il raìs è possibile» se la sono presa perfino con il segretario del Pd Pierluigi Bersani al quale hanno gridato «Sveglia!» e con la Brigata ebraica, la Moratti ha lasciato il palco di piazza Duomo tra i fischi di un gruppo di semplici cittadini che le urlavano: «Fascista, vai via». Accusandola di aver ricevuto in Comune alcuni reduci della Decima Mas. Poco prima, il delegato della Fiom Enzo Bernardis strappava l’applauso più forte ricordando che «i giudici di Milano si sono sentiti dare dei brigatisti». Stessa accoglienza per il leader dell’Anpi Carlo Smuraglia che nel suo discorso, auspicando la nascita «di una grande alleanza per il cambiamento» ha sottolineato che in piazza «c’era l’Italia pulita e antifascista, non quella poco seria, preda del malcostume, degli scandali e della sistematica violazione delle regole». Il numero uno della Cgil Susanna Camusso è d’accordo: «C’è un clima crescente determinato dall’indifferenza con cui si agisce nel conflitto istituzionale». Bagno di folla lungo il corteo per Bersani e il candidato sindaco del centrosinistra Giuliano Pisapia, che accogliendo l’appello dell’associazione partigiani per un 25 aprile senza comizi politici sono rimasti giù dal palco. «Con le amministrative ci sarà  un cambiamento a Milano – ha pronosticato il leader del Pd – Così non si può andare avanti. Da qui, dove è nato il problema, può arrivare un segnale per il Paese che deve poter discutere. Non possiamo sempre stare sul Berlusconi sì, Berlusconi no. Questo tipo di scontro non ci interessa più». Parole che la Moratti (rimasta per tutto il tempo sul palco protetta dalla scorta) ha definito «ingenerose», visto che «da sempre, Milano è la città  che contribuisce di più allo sviluppo del Paese». Il Pdl difende il sindaco di Milano. Il ministro Mariastella Gelmini «esprime solidarietà ». Fabrizio Cicchitto parla di «intolleranza inaccettabile». Il leader dell’Udc Pierferdidando Casini sostiene che «i fischi sono la dimostrazione di chi non sa separare la contesa politica dalle istituzioni». La maggioranza dei cartelli è contro le istituzioni milanesi tutte governate dal centrodestra. Da «Moratti, Podestà  e Berlusconi, Milano vi ripudia» a «Diamo un calcetto alla Moratti, liberiamoci». Hanno sfilato anche il leader radicale Marco Pannella, il candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle Mattia Calise e quello del Terzo polo Manfredi Palmeri, per il quale «è ingiusto dire che solo la sinistra ha voglia di una svolta. Anche chi ha votato per la Moratti e per il vecchio centrodestra è molto deluso».


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