by Editore | 20 Aprile 2011 7:19
TORINO – Con i ricorsi legali contro gli accordi separati di Pomigliano e Mirafiori «la Fiom mette a rischio il piano di Fabbrica Italia». Sergio Marchionne accoglie con questa posizione i vertici dei sindacati confederali e dei metalmeccanici riuniti alla palazzina del Lingotto. La Fiat intende sciogliere «in tempi brevissimi», il nodo delle officine ex Bertone di Grugliasco (To) dove l’ad vuole realizzare il nuovo modello della Maserati a condizione che si accettino le stesse regole che hanno diviso i sindacati in Campania e a Torino. Se la Fiom manterrà una posizione che la Fiat giudica inconciliabile «con le condizioni per realizzare l’investimento», il Lingotto si riserva di trasferirlo altrove «tenendo in considerazione la richiesta di Cisl, Uil e Fismic di dare la preferenza a un sito italiano». Un sito che, stando alle indiscrezioni circolate fin dalla mattinata di ieri, potrebbe essere proprio Mirafiori. Ma in alternativa, ha detto lo stesso Marchionne ai sindacalisti «l’investimento potrebbe essere realizzato anche in Usa». «Saranno i lavoratori a decidere ma ho la sensazione che non ci sia la volontà di voltare pagina rispetto alle scelte precedenti», ha commentato per la Cgil Susanna Camusso lasciando l’incontro. Per Bonanni (Cisl), Angeletti (Uilm) e Di Maulo (Fismic) «è assolutamente necessario mantenere l’investimento». «Se non sarà possibile realizzarlo alla ex Bertone – ha detto Bonanni – chiediamo che venga mantenuto in Italia». Nel pomeriggio di ieri una prima risposta alla Fiat è venuta dai delegati di fabbrica della ex Bertone (dove la Fiom ha la maggioranza) che hanno deciso «all’unanimità » di tenere l’assemblea dei lavoratori il 2 maggio e il referendum il 2 e 3 maggio chiedendo ai dipendenti se sono d’accordo con la proposta dell’azienda. Sulla vicenda Bertone è intervenuto nel pomeriggio il ministro del lavoro Maurizio Sacconi con una polemica dichiarazione: «Si potrebbe profilare una situazione preoccupante – dice il ministro – se nelle relazioni industriali prevalesse la linea del sabotaggio». Frase pesante che non ha mancato di suscitare reazioni a sinistra. Mentre si discute sul futuro di Fabbrica Italia, il presente non è roseo. A marzo in Europa il mercato torna a scendere (-4,7 per cento) e la Fiat fa segnare un preoccupante meno 20 per cento che per l’ultimo mese può ancora essere imputato alla fine dell’effetto incentivi nel 2010. Nella top ten di marzo in Europa non ci sono modelli della casa torinese.
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