Marchionne: a giorni al 30% in Chrysler “Su Bertone accordo subito o salta tutto”

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TORINO – L’acquisto di un’ulteriore quota del 5% di Chrysler, che porterà  Fiat al 30%, avverrà  nei “prossimi giorni”. Lo ha affermato a Balocco (Vercelli) l’amministratore delegato Fiat, Sergio Marchionne, a margine della presentazione della Gamma Jeep. “Potremo chiudere anche domani. Mancano solo alcuni dettagli, non dipende da noi”. Poi ha aggiunto: “Tecnicamente, dal punto di vista finanziario, potremmo essere pronti a salire al 51 per cento entro giugno di quest’anno”. Un’accelerazione inattesa perché fino ad ora il manager del Lingotto aveva annunciato il raggiungimento della maggioranza a Detroit “entro fine anno”. “Dipenderà  anche  –  aveva aggiunto nelle scorse settimane  –  dalla convenienza del mercato e dalle esigenze del fondo dei sindacati americani”.  Ma Marchionne si dimostra piuttosto prudente: “Cercheremo – spiega – di raggiungere l’obiettivo entro la fine dell’anno”. In ogni caso l’accelerazione sembra in grado di anticipare ai prossimi mesi anche la discussione sulla sede legale della società  che nascerà  dalla fusione tra i due gruppi.

Ma l’attualità  impone ora altre priorità . Stringono i tempi anche per decidere sull’ex Bertone  (oggi Officine automobilistiche Grugliasco), Marchionne ha detto: “Accordo in pochi giorni” o salterà  tutto. Nell’ex stabilimento Bertone di Grugliasco, acquistato durante l’amministrazione controllata, Fiat progetta la produzione della Maserati , ma se non si farà  l’accordo, ha detto Marchionne, “i piani alternativi li abbiamo sia in italia, sia altrove”. “Preferirei fare la Maserati in italia – ha aggiunto – , sono ottimista sul fatto che la vettura si possa fare nel nostro paese”. Marchionne ha detto poi di non avere altre idee “sul momento” sul futuro della ex carrozzeria e non ha voluto commentare la posizione della Fiom, sindacato maggioritario tra le Rsu: “Lascio giudicare ai dipendenti dell’ex Bertone. Sarebbe un vero peccato per loro non fare l’investimento lì, ma ognuno è libero di fare le sue scelte. Noi siamo stati di una chiarezza incredibile. Abbiamo un contratto a Mirafiori e uno a Pomigliano che sono stati votati dalla maggioranza e accettati dai nostri dipendenti. Non posso creare due Stati nella Fiat”. L’ad del Lingotto ha parlato anche dello sbarco in Russia e delle strategie seguite dal gruppo dopo il fallimento delle trattative con Sollers (che ha finito per accordarsi con Ford). “Decideremo non a giorni, ma a maggio. Si sono allungati i tempi – ha detto – . I nostri sono stati in Russia, hanno parlato con il governo”.

Sollecitato a commentare l’atto d’accusa di Emma Marcegaglia  contro l’immobilismo del governo e sulle imprese “lasciate sole”, Marchionne ha risposto: “Probabilmente condivido, l’ho letto sui giornali e capisco benissimo, poi non so qual è l’obiettivo. Alla Fiat quello che stiamo cercando di fare – ha aggiunto – riflette una mancanza di coesione. Nella battaglia per Pomigliano e Mirafiori siamo rimasti soli… c’è stata una parte del sindacato che, ovviamente, ci ha appoggiati. Il governo ha fatto quello che poteva, il ministro Sacconi ha fatto il massimo che poteva fare in quelle condizioni. E’ il sistema che continua a costringere la Fiat a difendersi per questo piano di investimenti del Paese: lo trovo assolutamente ridicolo, non mi è mai successo nella mia vita. Lo trovo veramente strano”. In questo senso, ha specificato ancora Marchionne, “siamo soli e spero che non succeda con altri investitori stranieri che vengono in Italia e cercano di investire. Cerchiamo piuttosto di incoraggiarli in maniera calorosa – ha concluso – anziché maltrattarli”. Quanto all’Alfa Romeo, l’ad ha confermato che il marchio sbarcherà  negli Usa nel 2012, smentendo così indiscrezioni che volevano uno slittamento di un anno.

Infine una considerazione sul ventilato ingresso in politica di Luca di Montezemolo: “Montezemolo è un amico, ha fatto un miracolo in Ferrari ma quando ne parliamo io lo sconsiglio di entrare in politica. Lo dico per lui”. La nomina di Gabriele Galateri alla guida di Generali? “Galateri lo conosco bene, arriva da noi. E’ un torinese come me”. Quanto al mercato italiano dell’auto non si annunciano miracoli: “Prevedo che aprile sarà  migliore perché comincerà  a confrontarsi con la crisi iniziata dodici mesi fa. Ma in numeri assoluti siamo bassi. Non vedevo queste cifre dal 1996”.


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