L’internazionale del cinismo

by Editore | 8 Aprile 2011 6:02

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Non mi riferisco solo all’Italia, anche se lo spettacolo dato a Lampedusa nelle settimane scorse ha ben esemplificato l’impasto di impreparazione e cinismo con cui il nostro governo si è mosso. C’è il comportamento di Malta, che da un lato rivendica il controllo di un’ampia zona di mare, salvo respingere con fermezza le imbarcazioni che accostano e non essere in grado di prestare soccorso, chiamando ogni volta i mezzi italiani. Ottenendo così per sé un doppio risultato: nessuna spesa di salvataggio e nessuna responsabilità  di accoglimento dei disperati del mare, una volta che questi si trovano su una nave italiana. Soprattutto c’è il comportamento della Francia, in prima fila quando si trattava di bombardare la Libia, anche al di là  del mandato dell’Onu, ma altrettanto in prima fila a pattugliare i confini, perché nessuno di coloro di cui “difende la lotta per la libertà ” bombardando più o meno indiscriminatamente il loro Paese, eserciti questa libertà  duramente conquistata anche a rischio di vita cercando di entrare in territorio francese. È una bella gara internazionale di cinismo e di scaricabarile, ove l’Europa come entità  politica si mostra in tutta la sua inconsistenza, incapace di far valere le proprie stesse norme a fronte dell’autarchia egoistica dei singoli Paesi. Se non muoiono prima, i migranti e il loro disagio divengono uno strumento di ricatto, interno (nella lotta politica) ed esterno (verso gli altri paesi). Corpi da spostare, da controllare, alternativamente da contenere e da esibire per evocare paura, da mandare via, da non fare arrivare, da far sparire. Totalmente depersonalizzati, anche nel linguaggio con cui si parla di loro. Ogni Paese ha diritto a controllare i propri confini e a regolare gli accessi. E le migrazioni di massa improvvise producono tensioni che non devono essere sottovalutate. Ma le tensioni non devono, non dovrebbero, neppure essere sollecitate da una gestione tanto improvvisata quanto cinicamente strumentale, dimentica del più elementare rispetto dei diritti umani. Purtroppo, la condizione a cui il governo italiano sembra abbia deciso di concedere i permessi temporanei – solo a coloro che promettono di andarsene altrove, sapendo che altrove saranno ricacciati indietro – e la contromossa francese di un ulteriore irrigidimento del diritto di ingresso sembrano essere solo un’ulteriore passaggio di questa indecente gara a chi è più bravo a disfarsi degli immigrati. L’esito principale sarà  l’aumento dei clandestini tra qualche mese, quando scadranno i permessi e molti non saranno riusciti ad entrare in nessun altro Paese europeo.

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