by Editore | 18 Aprile 2011 6:26
Forte della schiacciante maggioranza in Parlamento, il suo partito Fidesz farà approvare la nuova Costituzione che concentrerà ancora di più il potere nelle mani dell’esecutivo e probabilmente aprirà la strada a un giro di vite sull’aborto. I promotori del testo, il partito Fidesz e i suoi alleati cristiano fondamentalisti, sostengono che la riforma spazza via definitivamente l’eredità comunista e si riallaccia alla tradizione dell’Ungheria millenaria, quella, per intenderci, della Sacra corona di Santo Stefano, il re che riuscì a portare a compimento l’unificazione di praticamente tutte le tribù magiare nel 1006. Ma la società civile si ribella e scende in piazza. Venerdì scorso in migliaia hanno manifestato davanti al Parlamento contro un testo definito liberticida. Lo storico Andras Mink, sul giornale di centrosinistra Népszabadsag, ha affermato che Orbà¡n e i suoi hanno elaborato un sistema che «gli permetterà di paralizzare il governo nel caso si ritrovassero all’opposizione» . Come? Per esempio dando al Consiglio di bilancio, un organismo controllato dal potere, la possibilità di chiedere lo scioglimento il Parlamento se il debito pubblico eccede il 50%del Prodotto interno lordo. Anche secondo il costituzionalista Gà¡bor Attila Toth la nuova legge instaura «il potere di un partito unico nella cornice del multipartitismo» . La famosa «democratura» , un ibrido tra democrazia e dittatura, lo slogan reso celebre dallo scrittore Gyà¶rgyi Konrà¡d per definire la nuova Ungheria. Da quando è tornato al potere, lo scorso maggio, Orbà¡n, l’ex dissidente liberale che guidò la rivoluzione dell’ 89, ha preso decisioni che hanno destato allarme sia in patria che all’estero. L’ultima, lo scorso dicembre, quando ha fatto approvare una legge sulla stampa che pone giornali, televisioni, radio e siti Internet sotto il diretto controllo del governo con la possibilità di comminare multe fino a 700 mila euro ai media non allineati. D’altra parte l’accentramento del potere sembra essere l’ossessione del premier. Alla fine del 2010 la Costituzione era già stata modificata in senso centralista limitando i poteri della Corte Costituzionale sulle questioni finanziarie e sulle pensioni. Sul fronte dei diritti civili quello che preoccupa è l’apertura alle istanze dei movimenti antiabortisti cari al partito di estrema destra Jobbik che alle scorse elezioni è diventato la terza forza politica del Paese con 48 deputati. Nel testo si parla infatti esplicitamente di «tutela della vita dal concepimento» , il che potrebbe dare il via a una legge che renda illegale l’interruzione volontaria di gravidanza. «Dal 1947 ad oggi in Ungheria ci sono stati 6 milioni di aborti — dice a Le Monde Marton Gyà¶ngyà¶si, deputato dello Jobbik e vicepresidente della Commissione Affari Esteri —, sono tutte nascite perdute» . E in un’Ungheria dalle culle vuote questo è un argomento che fa presa.
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