La lista Falciani e la versione Grossi

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A seguito dell’articolo Il giudice con i conti in Svizzera la Grossi nei guai per la lista Falciani, pubblicato da “la Repubblica” del 1° marzo 2011, e ripreso nella medesima data da Diritti Globali, la dott.ssa Maria Rosaria Grossi, ha inviato la sua versione dei fatti, che qui pubblichiamo

La dott.ssa Grossi smentisce categoricamente di avere detenuto danaro all’ estero e di avere fatto ricorso allo scudo fiscale nel 2003. Chiarisce che il P.M., dott. Salamone, ha chiesto l’archiviazione per i due reati ascrittile e che il GIP dott. Gurini ha accolto la richiesta per il reato di abuso d’ufficio, chiedendo l’imputaizone coatta per il solo reato di istigazione alla corruzione, fondata esclusivamente sulle dichiarazioni di un teste che il PM ha ritenuto non attendibile. Chiarisce che l’accusa di “scambiare favori di natura economica con professionisti vari utilizzando il sistema delle nomine” avanzata dal dott. Vitiello è stata ritenuta infondata dalla Guardia di Finanza, dal P. M. e da due GIP; che non è vero che la stessa abbia avuto “relazioni sentimentali con professionisti che lavoravano nello stesso settore in cui lei svolgeva l’attività  di giudice”, come afferma sempre il dott. Vitiello. La dott. ssa Grossi ha avuto un’unica relazione, con l’avv. Giordano, che si occupava esclusivamente di diritto del lavoro, del quale la stessa non si è mai occupata. Non è vero che la vicenda Mondadori le sia stata assegnata (da chi, poi?) in ragione di detta relazione con l’avv. Giordano, che ha conosciuto nel 1991, mentre la vicenda Mondadori risale al gennaio 1990. E’ falsa l’affermazione del dott. La Croce per la quale la dott.ssa Grossi avrebbe avvicinato la teste Marina Giordano per convincerla a cambiare la sua versione dei fatti. Lo smentisce la stessa Giordano nella deposizione del 23/9/2009. Sia il dott. Vitiello che il dott. La Croce sono stati denunciati per calunnia e false dichiarazioni al P.M. La dott.ssa Grossi precisa che l’assegnazione di Radio 101 a Mondadori (ed il relativo prezzo) era stata decisa dalla Procura della Repubblica all’esito di una gara telematica e che la sua partecipazione alle trattative quale garante delle procedure danneggiate dalla dott.ssa Gocini (portatrici di un interesse contrapposto a quello di Mondadori) si riferiva non alla vendita, ma ad un accordo collaterale di natura transattiva volto esclusivamente a fare pervenire il corrispettivo della vendita alle procedure ed era stata voluta dal presidente della sezione fallimentare di Milano. Quanto ai terreni adiacenti a Villa Certosa, un Collegio composto da tre giudici, e non la sola dott.ssa Grossi, decise all’unanimità  che la società  Arcado restasse proprietaria dei suoi beni. Sia la dott.ssa Grossi che il Tribunale di Milano sono completamente estranei ai passaggi successivi dei terreni


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