La Francia blocca i treni alla frontiera Roma protesta: “Violate le norme Ue”

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VENTIMIGLIA – Sette ore di blackout ferroviario con l’Italia, di treni “soppressi”, di violazione del più significativo diritto dell’Europa di Schengen: quello di muoversi liberamente. La Francia ha deciso il blocco “per motivi di ordine pubblico” riferendoli poi ai manifestanti italiani che a bordo del “treno della dignità ” volevano passare il confine insieme ad alcuni profughi tunisini in possesso di regolare permesso di soggiorno. Risultato: traffico ferroviario sospeso tra i due paesi da mezzogiorno alle sette di sera (per gli immigrati ma anche per gli italiani) e “militarizzazione” della frontiera a Mentone, con un impressionante spiegamento di gendarmi a presidiare i passaggi stradali di Ponte San Ludovico e Ponte San Luigi. Lo stop ai convogli è un nuovo incidente diplomatico sulla questione migranti, con il nostro ministro degli Esteri che protesta ufficialmente con Parigi: Franco Frattini chiede «chiarimenti sulla sospensione unilaterale del traffico ferroviario» e denuncia «misure che appaiono illegittime, in chiara violazione con i generali principi europei». «Mi rendo conto – aggiunge – che ogni paese ha le proprie preoccupazioni, anche di politica interna: però l’Unione Europea richiede libertà  di confini, e se cominciamo a mettere muri non andiamo da nessuna parte». Il ministero degli Interni francesi replica sostenendo che «anche il prefetto di Imperia era d’accordo sulla sospensione di almeno uno dei treni» ma l’interessato nega decisamente. La tensione torna a salire. Roberto Maroni ribadisce che l’iniziativa della Lega di boicottare i prodotti francesi era «una giusta e forte reazione ad una decisione sbagliata dei francesi». Il nostro ministro degli Interni si augura che l’incontro del 26 aprile tra Berlusconi e Sarkozy sia «l’occasione buona per risolvere le questioni in maniera amichevole e riallacciare un buon rapporto». Ieri insieme alla prova di forza transalpina, annunciata a sorpresa dal display della stazione di Ventimiglia intorno alle 12, è arrivato un altro colpo di scena. Questa volta ad opera delle nostre autorità : la cittadina italiana è stata “blindata” da decine di uomini in tenuta anti-sommossa subito dopo l’arrivo del convoglio proveniente da Genova. Agenti e militari hanno creato una sorta di Zona Rossa intorno alla stazione, impedendo a chiunque di entrare ed uscire, a piedi o in auto. Quattrocento tra ragazzi dei centri sociali e profughi uniti dagli slogan “liberté” e “restiamo umani”, insieme a decine di turisti italiani e francesi che volevano trascorrere una tranquilla giornata al mare, prima sbalorditi poi furibondi: sono rimasti in pratica “prigionieri” fino a pomeriggio inoltrato. Una giornata nervosa e surreale, con una specie cortina di ferro da una parte e uno schieramento da G8 dall’altra, con altre centinaia di persone fuori da questo cerchio di “ordine pubblico” che aspettavano di poter prima o poi raggiungere i treni locali e tornare a casa, con il traffico stradale di Ventimiglia che è andato presto in tilt. Il sindaco Gaetano Scullino, che ha raccolto le tante proteste dei visitatori e dei commercianti, chiede “un po’ di tranquillità ” per sua città . La tensione si era alzata pericolosamente quando carabinieri e poliziotti hanno impedito ai manifestanti di marciare verso il vicino consolato di Francia, di salire su di un autobus per arrivare fino al confine francese e persino di organizzare un incontro tra quattro loro rappresentanti e la stampa davanti all’ufficio consolare. I ragazzi dei centri sociali hanno poi pacificamente occupato i binari strappando almeno una piccola vittoria: i profughi tunisini che nei giorni scorsi avevano ottenuto il permesso di soggiorno, e che per questo motivo – essendo diventati “regolari” – non erano più stati ospitati nel centro di accoglienza di Ventimiglia, nei prossimi giorni continueranno a trovare riparo presso la struttura gestita dalla Croce Rossa. Erano le cinque del pomeriggio. Ci sono volute altre due ore perché i manifestanti salissero su un Intercity in direzione del capoluogo ligure: solo allora le ferrovie francesi hanno avuto il via libera dal loro governo per riaprire il traffico verso l’Italia.


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