La cordata italiana stringe su Parmalat Parigi scarica Lactalis

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MILANO – Aperta la strada all’intervento della Cdp e incassata una prima vittoria in tribunale, la cordata italiana stringe i tempi per l’operazione Parmalat mentre Parigi “abbandona” Lactalis: «Non interverremo, è un affare privato – ha detto il ministro dell’agricoltura Bruno La Marie –. La nostra responsabilità  politica è spiegare a Lactalis che deve dare una serie di rassicurazioni all’Italia, fra cui quelle occupazionali». Intesa Sanpaolo intanto ha intensificato i contatti con gli altri potenziali candidati all’operazione, Granarolo in primis. Sul tavolo resta però ancora qualche nodo da sciogliere: il ruolo di Mediobanca e Unicredit, che sarebbero disposte a garantire finanziamenti ma non a entrare direttamente nel capitale di Collecchio e le modalità  della scalata. Due le ipotesi sul tavolo: un’Opa (probabilmente sul 60%) della società  emiliana – costo complessivo oltre i 3 miliardi – o l’apertura di un tavolo di trattative con Lactalis per rilevare il 29% in mano ai francesi. La cordata tricolore, a parole, tende a privilegiare la prima soluzione. Ma si potrebbe trattare solo di una forma di pressione negoziale sull’azienda di Laval, per convincerla a sedersi al tavolo dei negoziati senza troppe pretese. A Ca’ de Sass, tra l’altro, sono arrivate diverse candidature di operatori industriali esteri pronti a imbarcarsi nell’operazione: i canadesi di Saputo, gli olandesi di Friesland Campina, i messicani di Lala e i brasiliani di Lacteos. Tutte candidature ancora da valutare (nessuno vuol dare l’impressione di preparare uno spezzatino di Collecchio) e che in qualche modo segnalano pure a Lactalis la possibilità  di partecipare, anche se con un ruolo non di controllo, al futuro di Parmalat. L’asse Intesa-Granarolo potrebbe scoprire le sue carte in tempi relativamente brevi, per tagliare la strada a eventuali contromosse dei transalpini che però, dopo il forcing del governo sul decreto anti-scalate e sul fondo della Cdp, sembrano aver fatto un passo indietro. Lactalis non pare intenzionata a un’escalation legale mentre informalmente – anche se non ci sono stati incontri ufficiali – ha già  manifestato alla banca guidata da Corrado Passera la sua disponibilità  a trattare. Sul piede di guerra, in questa situazione di incertezza, sono invece i sindacati. Oggi al ministero dello sviluppo economico le organizzazioni dei lavoratori incontreranno i vertici della Parmalat per fare il punto della situazione. Il timore è che un’eventuale fusione con Granarolo possa aprire una serie di problemi occupazionali. Giulio Tremonti, infine, ha posticipato al 20 aprile la sua audizione prevista ieri alla Camera sul tema del fondo anti-scalate, in attesa probabilmente dell’ingresso in campo della cordata italiana. La sua speranza è che la soluzione messa a punto da Intesa consenta di salvare Collecchio dall’assalto transalpino senza chiamare in campo la Cassa depositi e prestiti, evitando così un potenziale braccio di ferro con Bruxelles.


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