Insulti alla Concia, solidarietà  unanime

by Editore | 22 Aprile 2011 7:25

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ROMA — È successo tutto in mezzo al cuore dei Palazzi romani, mentre i negozi stavano per chiudere le saracinesche e Paola Concia stava per andare al concerto di Patti Smith e Carmen Consoli insieme con Ricarda, la sua fidanzata. È successo mercoledì, in una manciata di minuti: sono stati insulti a mitraglia quelli che lo sconosciuto (più o meno quarantenne) ha rivolto alla deputata del Pd, 47 anni, l’unica omosessuale dichiarata del Parlamento. Paola Concia stava camminando mano nella mano con Ricarda. «Mi fai schifo, lesbica di m…» , l’esordio, a freddo. E poi giù in un crescendo inaudito di volgarità  culminato con «facevano bene a mettere quelli come voi nei forni crematori» . Ricarda, tedesca, ascoltava in silenzio, le gambe che tremavano. Paola Concia no, zitta non è rimasta. Ha risposto all’uomo con la sua nota determinazione. E adesso spiega: «Ho dovuto difendermi. La cosa ancora più assurda, però, è stata la reazione di quanti erano vicino a noi. Soltanto una signora di un negozio di via di Campo Marzio si è avvicinata a quest’uomo per cercare di calmarlo e farlo stare zitto. Gli altri muti. Se non addirittura qualcuno che ha voluto reagire con violenza alla mia reazione» . Paola Concia, dopo, non ha fatto denunce, non comunicati. Soltanto un post sulla sua pagina di Facebook. Che è rapidamente diventato una slavina di solidarietà  assolutamente bipartisan. I comunicati di sostegno non si sono contati, ieri. A cominciare da quelli del presidente del Senato Renato Schifani, che ha condannato il gesto «espressione di una vile e volgare intolleranza» , e del presidente della Camera Gianfranco Fini («Ho appreso con sconcerto la notizia» ), passando per i ministri Giorgia Meloni («Episodio indegno di una nazione civile» ) e del sottosegretario con delega alla Famiglia Carlo Giovanardi («Solidarietà  all’amica Concia, la battaglia contro la violenza è una battaglia comune» ). — né poteva mancare l’intervento del ministro delle Pari opportunità  Mara Carfagna, che ha scritto alla parlamentare per chiederle scusa «a nome degli italiani perbene, che sono la stragrande maggioranza, e del governo» . Quella della Carfagna è stata anche «la prima, molto gradita, di una valanga di telefonate: ho passato il pomeriggio al telefono» , dice la Concia. E spiega: «Mi hanno cercato anche Casini e Fini. Quindi il supporto dell’intero mio partito, dal segretario Bersani a Dario Franceschini, da Massimo D’Alema a Rosy Bindi. Mi hanno circondato di un calore e di un affetto che ho sentito sincero. Ringrazio tutti» . La Concia prende la palla al balzo: «Hanno colpito me che sono il simbolo della lotta all’omofobia. Vorrei ricordare che sono tre anni che in Parlamento è ferma una legge sull’omofobia, un testo unificato per il quale mi sono spesa molto» . Ecco quindi il suo appello. «Non lo faccio io, ma Ricarda che è tedesca: ai politici italiani, approvate quella legge al più presto. In Germania esiste già  da molto tempo. L’appello è specifico per il ministro Carfagna e per il ministro della Giustizia Angelino Alfano: approviamo la legge» . Alfano non è rimasto in silenzio: «Occorre condannare fermamente un simile gesto di inqualificabile inciviltà  ed operare a tutti i livelli perché questi focolai di insofferenza verso l’altro vengano spenti al più presto» .

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