In parlamento diamo la caccia al caccia F35

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Il Parlamento, purtroppo in tutt’altre faccende affaccendato, non discute nemmeno delle costosissime scelte di acquisto militare del Governo.

Con questo spirito la campagna “Stop-F35” ha scritto ieri ai capigruppo parlamentari della Camera dei Deputatichiedendo che il Parlamento si faccia carico di un confronto su questo costosissimo progetto che, a parere di molti, corrisponde al più grande della storia italiana in ambito militare: 15 miliardi di euro.

Lo strumento per opporsi ci sarebbe ed è la mozione 408 presentata nello scorso luglio alla Camera dall’on. Savino Pezzotta. Una simile era stata presentata dal senatore Umberto Veronesi (dimessosi lo scorso febbraio) al Senato. Entrambi chiedono al Governo di sospendere il progetto di acquisto degli oltre 130 caccia d’attacco JSF-F35.

Il progetto ha già  raddoppiato, come spesso accade, i costi previsti al suo inizio sollevando dubbi nei maggiori paesi partecipanti tra cui la Gran Bretagna (che ha cancellato i propri ordini per la versione ad atterraggio verticale), la Norvegia, i Paesi Bassi e la Danimarca. Anche negli Stati Uniti, capofila di cordata, si stanno sollevando forti dubbi sulla base del costante monitoraggio fatto dal U.S. Government Accountability Office che contesta al progetto forti ritardi, il lievitare dei costi e le scarse garanzie sulla buona riuscita.

La richiesta pubblica della campagna “Stop-F35 Diamo la caccia al caccia” non casualmente venne inviata il 12 aprile 2011, giorno in cui si celebrava la “Giornata Mondiale di azione contro le Spese Militari“ per chiedere ai governi una forte virata nelle loro scelte di spesa. Il disarmo è utile e conveniente, oltre che giusto.

Recuperando una vecchia frase pronunciata da Dwight Eisenhower: “Il disarmo, con reciproco onore e fiducia, è un imperativo continuo. Insieme dobbiamo imparare come comporre le differenze, non con le armi, ma con l’intelletto e con scopi onorevoli.”

Proprio ieri il SIPRI (l’importante istituto di ricerca svedese che monitora annualmente le spese militari pubbliche) ha rilasciato i nuovi dati relativi al 2010: nonostante la profonda crisi economica mondiale e le conseguenti decisioni di tagli sulle spese pubbliche sociali i soldi investiti dai Governi per le armi e gli eserciti sono ancora in crescita: +1,3% rispetto al 2009 porta a complessivi 1630 miliardi di dollari spesi. Non c’è da stupirsi se i conflitti crescono in numero ed intensità , visto che i responsabili pubblici delle nazioni sembrano voler investire in questi ambiti piuttosto che in scuole, ospedali, servizi sociali.

La campagna “Stop-F35 Diamo la caccia al caccia” è stata lanciata nel 2009 e da allora coordinata da Sbilanciamoci! e Rete Italiana per il Disarmo (organismo di coordinamento delle realtà  che operano in Italia sul tema del disarmo e che comprende: ACLI, Agenzia per la Pace Sondrio, Amnesty International, Archivio Disarmo, ARCI, ARCI-Servizio Civile, Associazione Obiettori Nonviolenti – Associazione Papa Giovanni XXIII, Associazione per la Pace, ATTAC, Beati i costruttori di Pace, Campagna Italiana contro le Mine, Campagna OSM- DPN, Centro Studi Difesa Civile, Conferenza degli Istituti Missionari in Italia, Coordinamento Comasco per la Pace, FIM-Cisl, FIOM-Cgil, Fondazione Culturale Responsabilità  Etica, Gruppo Abele, ICS, Libera, Mani Tese, Movimento Internazionale della Riconciliazione, Movimento Nonviolento, OPAL, OSCAR Ires Toscana, Pax Christi, PeaceLink, Rete di Lilliput, Rete Radiè Resch, Traduttori per la Pace, Un ponte per…)

La mobilitazione è poi sostenuta direttamente da UnimondoGrilloNewsScience for Peace ed ha raccolto 20.000 adesioni online tramite il sito www.disarmo.org/nof35 ed oltre 17.000 firme cartacee tramite i moduli sottoscritti in tutta Italia.
A sostegno di questa azione pubblica sono poi partite diverse altre iniziative che hanno fatto aumentare il bacino di sostegno della campagna e dei suoi temi; in particolare vanno ricordate le diverse migliaia di firme raccolte da DisarmiamolaPace e le cartoline di pressione parlamentare promosse sia da Pax Christiche dall’Associazione Papa Giovanni XXIII


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