Immigrati, il governo sfida la Ue “Permessi validi o salta Schengen”
ROMA – «I ventimila tunisini possono circolare liberamente, l’unico modo per bloccarli sarebbe sospendere Schengen». Neppure l’ultima tragedia del mare riesce a fermare le polemiche: le due donne morte a largo di Pantelleria sembrano non interessare i palazzi della politica. Il responsabile del Viminale, Roberto Maroni, attacca l’Europa e minaccia di far saltare Schengen. Il suo collega di partito, Francesco Speroni, invita a «mitragliare i barconi». Parole che accentuano l’isolamento dell’Italia, nel giorno in cui il Belgio si allinea a Francia e Germania e annuncia controlli a tappeto alle frontiere. Mentre il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, continua ad auspicare che sull’immigrazione «si trovino soluzioni concordate a livello europeo» e ricorda che senza Ue si starebbe peggio perché l’Europa «è la base di cui i nostri popoli oggi non potrebbero fare a meno», il premier Silvio Berlusconi abbraccia la linea Maroni: «Il permesso di soggiorno temporaneo funziona, identifichiamo le persone e se non ci sembrano pericolose potranno girare in Europa». Certezze che non sembrano condivise dagli altri Paesi europei: dopo Francia e Germania, tocca al Belgio annunciare controlli di tutti i turisti alle frontiere, mentre i tunisini che non soddisfano i criteri d’ingresso saranno respinti. E ancora: la leader del Fronte Nazionale d’estrema destra francese, Marine Le Pen, chiede «con urgenza la sospensione dello spazio Schengen», mentre un alto esponente della Cdu tedesca, Guenter Krings, accusa il governo italiano di usare «metodi mafiosi». Posizioni, queste, che spingono il ministro Maroni a fare la voce grossa: «Che questi Paesi mostrino i muscoli dimostra che i tunisini possono circolare in Europa. O sospendono Schengen o non possono non farli entrare. Mi auguro che non si arrivi alla sospensione, perché sarebbe la fine dell’Europa». Non solo. Il Carroccio parla anche per bocca del suo europarlamentare, Francesco Speroni: «Spesso quando i nostri pescherecci si avvicinano alle coste della Tunisia vengono mitragliati. Usiamo lo stesso metodo». Parole che provocano la levata di scudi dell’opposizione e che tocca al leader della Lega, Umberto Bossi, frenare, sperando che «non si arrivi a tanto». Più che con gli immigrati, il Senatur se la prende con i francesi incitando a boicottare i loro prodotti, perché «anche loro hanno boicottato il latte padano». E mentre in una telefonata a Berlusconi, il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, conferma di aver chiesto alle autorità tunisine il rispetto degli impegni presi con l’Italia, a giorni dovrebbe essere operativo il piano per l’accoglienza dei migranti in tutte le Regioni (con quote proporzionate agli abitanti), tranne l’Abruzzo. Costerà 110 milioni di euro. Quanto ai permessi di soggiorno, saranno solo 10mila, stando a quanto anticipato dal sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano.
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