Il premier sull’Unione «Non fa una bella figura Ce la caveremo da soli»

by Editore | 12 Aprile 2011 7:04

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 LUSSEMBURGO — L’ha detto o non l’ha detto, Roberto Maroni? «Meglio soli che male accompagnati… Mi chiedo se davvero abbia un senso continuare a far parte della Ue» . «No, a noi queste cose in questi termini non le ha dette» , assicura il collega ungherese Sà¡ndor Pintér. Ma altri hanno sentito. E poi, che Maroni le abbia dette o no, la risposta è già  qui; e un silenzio generale, sbigottito, è finalmente rotto: «Nessuno vuole che l’Italia abbandoni l’Unione Europea» , afferma la commissaria Ue agli affari interni Cecilia Malmstrà¶m. «E il decreto italiano sui permessi di soggiorno rispetta Schengen» . Poi, dall’Italia e dal resto della Ue, una grandinata di reazioni, a favore e contro. Tutti i giornaliradio dalla sala del vertice, a tarda sera, iniziano con la parola Italia. E c’è pure chi, come Roberto Calderoli, preannuncia un «blocco navale assoluto» a difesa dei mari patri. Si chiude così una giornata non certo facile per Roberto Maroni, stretto al tavolo dei 27 fra «commensali» algidi (la Germania), altri decisi a difendere i propri interessi (la Francia), altri tiepidamente alleati (Malta). Doveva essere il giorno della mediazione: non è andata così. Maroni siede accanto al ministro lettone e a quello greco. E ha di fronte il collega tedesco Hans-Peter Friedrich. Che apre, per così dire, le danze, lanciandogli una frase catturata da un «fuori onda» , e non precisamente di tenore comunitario: «Quello che dobbiamo fare è trovare un accordo con la Tunisia» . Il resto della mattinata e del pomeriggio è tutto un duello. Con i francesi (che annunciano l’invio sul loro confine di battaglioni antisommossa) a guidare la carica politica. Maroni scatta: questa Europa «si attiva subito solo per salvare banche e per dichiarare guerre, ma quando si tratta di esprimere solidarietà  concretamente a un Paese come l’Italia, si nasconde» . Ma il ministro salva l’azione della Commissione Europea, in particolare quella della Malmstrà¶m. Che fa eco: «Dispiace se il ministro Maroni è deluso…» , ribadendo che a un’Italia fuori dalla Ue non pensa nessuno. A sera, Maroni incassa con una telefonata il consenso di Berlusconi («posizione condivisa» secondo le agenzie). Il presidente del Consiglio dirà  poi, davanti ai parlamentari lombardi: «L’Italia sta affrontando l’emergenza con tutte le sue forze e come sempre con le sue forze ce la farà . L’Europa non sta facendo una bella figura» (ma aggiungerà  che è sbagliato parlare male della Ue, anche se non c’è stato coordinamento). Poi arriva l’altra grandinata, quella delle reazioni dall’Italia. Dalle più dure: Gianfranco Fini, «follia pensare all’Italia fuori dalla Ue» ; Massimo D’Alema, Pd, «in questa Europa delle Leghe Maroni ne troverà  qualcuna più a nord di lui» . A quelle più comprensive: Fabrizio Cicchitto, Pdl: «Non è in discussione la permanenza dell’Italia nell’Ue. Il problema è che cos’è e che cosa fa l’Unione…» . Acetato il commento da Bruxelles di Debora Serracchiani, eurodeputata pd: «Maroni sa fare solo la faccia feroce» . Urticante quello da Roma di Rosy Bindi, pure pd: «Maroni e Berlusconi sono due facce della stessa medaglia» . Mentre Benedetto Della Vedova, fli, punzecchia: «Adesso Maroni dichiara guerra alla Ue?» . Ma c’è anche chi raccoglie, e rilancia, le parole del ministro degli interni. È l’assertore del futuro «blocco navale assoluto» , il suo collega di governo e compagno di partito, Roberto Calderoli: «Dopo l’egoistica e anticomunitaria posizione assunta oggi dall’Europa nei confronti di uno Stato membro, è obbligatorio e urgente predisporre un blocco navale assoluto a difesa delle nostre acque e dei nostri confini, come peraltro previsto nell’accordo siglato dal ministro degli Interni, Roberto Maroni, con il governo tunisino» .

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