Il piano anti-deficit di Obama tagli per 4 mila miliardi in 12 anni

by Editore | 14 Aprile 2011 7:23

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NEW YORK – Barack Obama lancia il suo grande piano per risanare l’America. Sfidando i repubblicani a seguirlo nel progetto per ridurre il debito di 4mila miliardi in 12 anni. E promettendo ai suoi democratici che la forbice non si abbatterà  sul welfare che la destra vorrebbe polverizzare. Sugli Usa che stanno uscendo dalla recessione si allunga l’ombra di 16mila miliardi di deficit. E oggi il Congresso dovrà  votare il compromesso sulla finanziaria 2011 che raggiunto in extremis venerdì scorso ha impedito la chiusura di tutti gli uffici statali in bolletta, il temutissimo «shutdown». Ma i repubblicani hanno già  presentato il loro superpiano. Che di miliardi da tagliare ne propone 6mila anche se poi hanno individuato concretamente 4400 miliardi in dieci anni. E soprattutto esclude categoricamente nuove tasse. Invece «i sacrifici devono essere condivisi» – attacca ora il presidente – e «i più fortunati tra gli americani» devono prendersi le proprie responsabilità . Vuol dire abolire quegli sgravi fiscali per i più ricchi voluti da George Bush, quelli che «hanno peggiorato la situazione del nostro debito». «Non possiamo sopportare mille miliardi di tagli fiscali per ogni milionario e miliardario» dice Obama che pure, alla scadenza dello scorso anno, sotto pressione repubblicana aveva rinnovato quei regali. «Io non ho bisogno di tagli», dice, «Warren Buffett non ha bisogno di altri tagli». Il piano prevede la riduzione del deficit al 2,5% del Pil nel 2015 e quindi un cammino che dovrebbe portare al 2% entro la fine del decennio. Grazie anche a un meccanismo di taglia automatici se, a partire dall’anno prima, il rapporto non si sarà  stabilizzato. E’ l’«interruttore», anzi la ghigliottina che anche i repubblicani tagliatutto (per il terrore dei democratici) propongono. Ma che non si applicherebbe – nel disegno del presidente – a quegli strumenti del welfare che qui si chiamano soprattutto Social Security (l’assegno sociale) e Medicare (l’assistenza sanitaria per gli anziani). Ma dove si taglia? Barack promette «tre dollari di tagli ogni dollaro di entrate dalle riforme fiscali». E raccoglie molti suggerimenti della cosiddetta Banda dei Sei, la commissione bipartisan al lavoro sul debito. Tagli alle spese non necessarie per 770miliadi. Tagli alla difesa per 400 miliardi. Risparmi di 480 miliardi nel welfare. Altri 1000 miliardi ciascuno verrebbero rispettivamente dalla riduzione degli interessi sul debito e dalla riforma del fisco, a cui ha invitato a lavorare un altro organismo bipartisan. Sì, il presidente bocciato alle elezioni di medio termine di novembre – e sceso al 46% di gradimento – dà  perfino al discorso un titolo economico: «Il paese in cui crediamo». Ma questo è anche il discorso che lancia la campagna per la rielezione del 2012. «Il piano di tagli repubblicani lascerebbe 50 milioni di americani senza assistenza» attacca Obama «e provocherebbe una riduzione del 70% degli investimenti nell’energia pulita, del 25% nell’istruzione, del 30% nei trasporti». «Difenderò la riforma sanitaria», assicura «non lascerò gli anziani alla mercé dell’industria farmaceutica». E riassume: questo è il mio piano, un piano «più bilanciato». Ai repubblicani non può naturalmente andare: follia, dicono, alzare le tasse. Ma è campagna elettorale anche per loro.

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