by Editore | 9 Aprile 2011 7:24
ROMA— Dopodomani, lunedì, all’inizio di una settimana che sarà cruciale per i provvedimenti parlamentari sulla giustizia, il premier sarà di nuovo in aula a Milano al processo per la compravendita dei diritti televisivi Mediaset (lo ha confermato l’avvocato Piero Longo). Berlusconi infatti non ha intenzione di mollare sul fronte della giustizia. Né dentro né fuori i tribunali: «Andremo avanti come un treno» , ha detto ieri. Anche se, riferiscono fonti parlamentari del Pdl, il presidente del Consiglio teme sempre di più uno stop sul processo breve. Per il via libera definitivo i tempi sembrano infatti allungarsi e soprattutto non è scontata la firma del presidente della Repubblica. Dopo il probabile ok della Camera, mercoledì, sarà necessario il ritorno del provvedimento al Senato (e anche lì non si escludono modifiche e quindi una nuova navetta con Montecitorio). Ma la vera preoccupazione è che il provvedimento venga passato al setaccio dal Quirinale, in virtù del recentissimo pronunciamento negativo dell’organo di autogoverno delle toghe, quel Consiglio superiore della magistratura che ha sentenziato: «Il processo breve è di fatto un’amnistia» . Giovedì durante un incontro con il premier, il Colle avrebbe fatto notare il clima acceso in Parlamento e l’inasprimento dei toni. Un messaggio che la maggioranza considera «legato» proprio al provvedimento in esame nell’aula di Montecitorio. Per questo motivo, riferiscono fonti del Popolo della libertà , si sono studiate «contromisure» , con la norma cosiddetta «allunga processi» presentata dal pdl Mugnai al Senato. L’opposizione da parte sua affila le armi. «Quella che è passata è stata una settimana in cui siamo riusciti a bloccare, in Parlamento, il governo. Spero che ci riusciremo anche la prossima. La nostra battaglia continua e continuerà fino a fermare del tutto questo provvedimento» , ha detto il vicesegretario del Pd, Enrico Letta. Gli ha fatto eco Nino Lo Presti, di Futuro e libertà , il partito di Fini: «L’iniziativa della maggioranza altro non è che un’amnistia generalizzata» . Ma Quagliariello (Pdl) ha replicato: «Chi parla di leggi ad personam è in malafede» . Il ministro della Giustizia è tornato a parlare della riforma costituzionale finalizzata a garantire «l’autonomia dei giudici dalle correnti interne del Csm» , ha detto Alfano, visto che è «acclarato che ci sia autonomia dalla politica: i magistrati hanno infatti indagato tutti i presidenti del Consiglio degli ultimi venti anni» . Mentre «nessuno vuole il pubblico ministero sotto l’esecutivo» . Intanto, la sezione disciplinare del Csm ha «censurato» Adriano Sansa, presidente del Tribunale dei minori di Genova ed ex sindaco del capoluogo ligure, per aver definito, tra l’altro, «gaglioffi» i membri del governo, in particolare il premier e il Guardasigilli. Su tutto questo è caduto un nuovo richiamo («a un livello più alto, dove si legifera» , cioè al Parlamento) del presidente della Cei, Angelo Bagnasco: «Scopo della politica è la giustizia— ha detto ieri— vale a dire riconoscere a ciascuno il suo, il proprio diritto assieme al proprio dovere» .
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