Il nuovo affondo del Cavaliere “I giudici sono un contropotere”

RIVA DEL GARDA – Silvio Berlusconi sceglie la convention ciellina di Rete Italia del governatore lombardo Roberto Formigoni per attaccare nuovamente la magistratura, le Camere e la corte Costituzionale. «Sono loro – sostiene – i poteri forti che si oppongono al cambiamento». L’uscita del premier arriva il giorno dopo l’invocazione alla piazza del ministro della Giustizia Angelino Alfano. «Il nostro – ha detto Berlusconi intervenendo al telefono – è l’unico paese della democrazia occidentale in cui il potere dell’esecutivo è sovrastato da quelli delle Camere, dal potere giudiziario e dalla Consulta». Mentre la politica, secondo il Cavaliere, resta «impotente in un angolo». A fare la fine del «capro espiatorio». Ecco perché il presidente del Consiglio chiede di «ridare potere alla politica» con le riforme. A cominciare dalla giustizia, da quelle costituzionali e del fisco. Che «vareremo con la nuova maggioranza, senza Fini e Casini». Quindi anche senza il contributo dell’opposizione che Berlusconi accusa di «continuare solo a seminare odio». Il solo modo per «riequilibrare» soprattutto il potere «pervasivo» delle toghe che per il premier «è diventato un vero e proprio contropotere». Tanto che «la crisi della politica può diventare la crisi della democrazia». Berlusconi non ha dubbi: «La rivoluzione non è più solo necessaria, ma indispensabile». E promette ancora una volta: «In due anni, riusciremo a modernizzare il paese». La platea ciellina non si scalda troppo, ma si schiera subito apertamente con il ministro Alfano Mariastella Gelmini: «Ha semplicemente rivolto un invito a comunicare i contenuti della riforma della giustizia – taglia corto il ministro dell’Istruzione – Noi tiriamo dritto, mentre c’è chi vuole la guerra civile». Ma a differenza del premier, la Gelmini invita a «non stancarsi di ricercare maggioranze più ampie su alcuni temi». Formigoni, invece, chiede «una riforma interna al Pdl» e butta in là  la palla: «Dopo Berlusconi non ci sarà  un nuovo Berlusconi, ma dovremo essere pronti con una squadra di amici». A confermare le tensioni dentro il Pdl, il nuovo attacco del senatore siciliano Marcello Dell’Utri che definisce Sandro Bondi e Ignazio La Russa solo coordinatori «di carta» e promuove solo Denis Verdini «che non fa altro». L’opposizione di centrosinistra, al contrario, va tutta all’attacco del premier e del ministro Alfano. «Anche stavolta il governo non ha perso occasione per rafforzare la sua strategia eversiva fatta di intimidazioni e stravolgimenti della legalità  costituzionale» spiega il portavoce dell’Idv Leoluca Orlando. Dall’Api, Francesco Rutelli chiede che Alfano «ritiri immediatamente il suo invito agli italiani a scendere in piazza per sostenere le leggi ad personam del governo». Il finiano Carmelo Briguglio accusa il ministro della Giustizia di «fare melina» e parla di «secondo infortunio politico», dopo il lancio della sua tessera elettronica per la votazione contro il presidente della Camera Gianfranco Fini. Il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa definisce il comportamento del premier «un bel campionario di confusione che un’assidua compravendita parlamentare non riuscirà  certo a diradare».

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