Il mito dell’atletica si candida con i democratici “Quando corro lo faccio sempre per vincere”
NEW YORK – Il Figlio del Vento è tornato a soffiare nell’unica arena in cui non avrebbe mai pensato di fiondarsi: quella politica. Il grande Frederick Carlton Lewis, sportivamente conosciuto come Carl, ha deciso a sorpresa di ritagliarsi un posto da senatore: lui che quando strappava gli ultimi titoli aveva già i capelli bianchi e adesso, a 49 anni, si invola nella nuova sfida a testa bassa – e pelata. Una carriera straordinaria. Quattro olimpiadi, dieci medaglie, nove d’oro, un pugno di titoli mondiali, record su record. Campione di salto in lungo, prestato felicemente alla corsa, l’uomo che faceva i cento metri in 9 secondi e 86 centesimi adesso ha qualche mese di tempo per colmare le distanza nei sondaggi – che fino ieri per i democratici sembrava incolmabile – con Dawn Marie Addiego, la favoritissima repubblicana dell’ottavo collegio del New Jersey. È qui, nello stato alle porte di New York, che il campionissimo ha deciso di scaldare i suoi famosissimi muscoli per il partito di Barack Obama. Perché lo fa? «Sono sempre stato un libero pensatore ed è venuto il momento di mettere la mia esperienza al servizio del prossimo», spiega lui che negli ultimi anni è stato già impegnato in tante iniziative di beneficenza. I suoi avversari ci scherzano su: sarà stato un grandissimo atleta ma vogliamo sentirlo parlare di politica. Lui non ci casca. E replica senza inganno: «Lo so che è qualcosa che non ho mai fatto: lo so che è come saltare in acque sconosciute». Per la verità l’uomo che il Comitato Olimpico Internazionale definì «lo sportivo del secolo» ha già dietro di sé il team che gli insegnerà a nuotare nelle insidiose acque della politica. L’idea di pescare l’atleta di Birmingham, Alabama – la città tristemente famosa per le bombe razziste degli anni ‘60 – per ridare vigore al partito democratico in New Jersey sarebbe infatti nata proprio tra gli stessi capoccia dell’Asinello. Il partito che pure possiede il Congresso sembra avviato a un disastro elettorale, dopo che la poltrona di governatore era stata conquistata da Charlie Christie, l’ex procuratore che perfino il New York Times candida a possibile sfidante di Barack Obama. E così, in cerca di un uomo immagine, i democratici sono andati a bussare alla porta dell’atleta che in New Jersey vive da anni. Un campione contro il governatore oversize – «Dopo il primo presidente nero, un ciccione alla casa Bianca», scherzano i suoi fan. Un vegano, cioè un vegetariano spinto, contro un signore che evidentemente a tavola non si fa mancare proprio niente. Figlio di due atleti, prima ancora che di quel Vento a cui il linguaggio mitico dello sport lo ha legato, Carl si è buttato nella corsa con lo spirito di sempre: «Non ho mai perso una gara», ha detto, lui che con i politici ha pure il dente avvelenato perché gli imposero il boicottaggio dei giochi di Mosca contro l’invasione russa dell’Afghanistan. «Non vorrà pur dire qualcosa che oggi, in Afghanistan, ci siamo invischiati noi?» suggerisce adesso il vecchio Carl, che di politica sarà anche inesperto ma le idee ce l’ha chiarissime: «Non potrò correre come un tempo ma sono ancora veloce a imparare».
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