Ieri primo sciopero dei lavoratori del settore fotovoltaico

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ROMA – Sulle fonti rinnovabili per il governo si apre un secondo fronte di crisi, dopo il nucleare. Il piano per rimediare al decreto Romani che ha cancellato retroattivamente gli impegni assunti da palazzo Chigi è stato attaccato dai sindacati confederali, bollato come «l’assassinio di un intero settore produttivo» dall’opposizione, frenato dalle Regioni che hanno dichiarato «perplessità » rinviando il proprio parere, contestato dal popolo delle rinnovabili con un sit in davanti a Montecitorio. Il quarto conto energia, prima ancora di essere reso ufficiale, ha spinto le tre sigle dei sindacati metalmeccanici a unirsi nel primo sciopero solare: tutti in piazza davanti al ministero dello Sviluppo Economico. «Ci sono 120 mila persone che rischiano il posto di lavoro perché il governo si è rimangiato gli impegni presi lo scorso agosto», protesta il responsabile energia della Cgil, Antonio Filippi. E Gianni Baratta, segretario confederale Cisl, chiede di garantire fino al 31 dicembre la situazione pre decreto Romani: «Gli incentivi vanno tagliati con gradualità  per non uccidere le industrie italiane». Sulla stessa posizione Sos Rinnovabili, il movimento nato dal web che ha fatto firmare una richiesta di moratoria sulle norme anti rinnovabili a 55 mila persone tra cui 102 amministratori locali: «In Germania un impianto fotovoltaico si allaccia in un mese, in Italia servono 2 o 3 anni e con il nuovo conto energia a dicembre gli incentivi saranno più bassi di quelli tedeschi». Il governo e le grandi aziende energivore hanno reagito difendendo i tagli all’energia pulita. Per il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia la lettera di protesta inviata a Romani dal commissario europeo all’Energia «è ingiustificata: nel nostro paese le rinnovabili sono cresciute esponenzialmente». E Federacciai ha inviato una nota di protesta sostenendo che il nuovo conto energia è sbilanciato a favore delle rinnovabili. «Le grandi aziende energivore in Italia godono di sconti formidabili che si traducono in aumenti per le famiglie e pagano tariffe del 10% inferiori rispetto a quelle tedesche», replica Angelo Bonelli, presidente dei Verdi. Critici anche gli altri partiti dell’opposizione. Per il segretario Pd Pier Luigi Bersani «il governo ha dormito per tre anni, poi si è svegliato e ha bloccato oltre 100 mila posti di lavoro». Per il leader dell’Idv Antonio Di Pietro «questo governo ha preso in giro i lavoratori prima favorendo le rinnovabili e poi abrogando gli incentivi: siamo al fianco dei sindacati e di Sos rinnovabili».


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