Gioventù senza futuro

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“La gioventù più preparata della storia vivrà  peggio dei suoi genitori”. Questo uno degli slogan che tra qualche ora muoverà  la manifestazione di Joventud sin futuro, la piattaforma di giovani studenti spagnoli. Appuntamento alle 19 nella centralissima piazza Antà³n Martà­n di Madrid per chiedere al governo Zapatero una serie di misure a salvaguardia del lavoro, le pensioni e l’istruzione pubblica. PeaceReporter ha intervistato Lucia Alba, una delle attiviste del movimento.

Precarietà  del lavoro e tendente privatizzazione dell’Istruzione. Pare che i giovani spagnoli siano gemellati a quelli italiani in quanto a problemi. Voi cosa chiedete?

Vogliamo opporci alle ultime misure che il governo di Madrid ha preso solo ed esclusivamente pensando ai propri interessi economici. Le riforme sul lavoro e le pensioni non ci garantiscono un futuro e i tagli all’Università  pubblica sono inconcepibili per chi ha deciso di studiare. Contestiamo che si sostenga che si può uscire dalla crisi appellandosi alle misure della destra, le quali, di fatto, comprimono i diritti sociali più elementari. I giovani sono le principali vittime di questa crisi: pensa che non potremo mai andare in pensione a causa di questi nuovi provvedimenti.

Tra tutti i problemi elencati nel vostro manifesto, qual è, secondo te, quello più sentito in Spagna?

Non ce n’è uno in particolare. Chi, come me, sta finendo di studiare, teme di più la precarietà  del lavoro e il basso livello dei salari che non consentono di acquistare nulla, soprattutto l’indipendenza dai genitori. C’è invece chi ancora deve iniziare l’Università , per loro il vero problema è che stanno lentamente privatizzando il settore.

Sul vostro sito parlate di colpevoli ma non fate i nomi. Chi sono?

Non ce n’è uno solo. È il nostro governo insieme ai grossi imprenditori. Nell’ultimo mese Zapatero si è riunito ben quattro volte con i magnati della finanza.

Avete raccolto più di 3mila adesioni. Tutti giovani senza futuro?

Affatto. Tra chi ha sottoscritto il nostro manifesto ci sono anche professori universitari, artisti e intellettuali che condividono le nostre ragioni.

E i partiti?

Anche alcuni di loro ci appoggiano. Ma ci tengo a dire che non siamo politicizzati. Noi siamo un semplice coordinamento di associazioni universitarie e scolastiche.

 


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