Gestione dell’accoglienza dei tunisini, Arci: “Dilagano confusione e arbitrio”

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ROMA – “Il Governo ha scaricato l’accoglienza dei migranti arrivati negli ultimi mesi in Italia sulla Protezione Civile, con l’intento evidente di trasformare una questione politica in gestione tecnica, sperando che, in questo modo, le persone si allontanino il prima possibile dall’Italia”.  Così Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell’Arci, secondo cui “la confusione e l’arbitrio dilagano da nord a sud: persone arrivate nella stessa data subiscono, in maniera del tutto incomprensibile, trattamenti completamente diversi. La gestione alla Protezione Civile ha estromesso la rete di accoglienza – costruita negli ultimi dieci anni – che fa capo allo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) con l’affidamento a soggetti senza alcuna competenza l’accoglienza e la tutela dei migranti”.

Per Miraglia “si tratta invece, ovviamente, di una questione che richiede scelte innanzitutto politiche, che non possono essere demandate a un organismo che non ha competenze di questo tipo. In alcune città  del centro Nord, a cominciare da Roma, i migranti vengono lasciati per strada in attesa di sbarazzarsene fornendogli al massimo un biglietto ferroviario per la destinazione prescelta, meglio se oltre i confini italiani.
Ricorda il responsabile Arci: “Dal famoso Villaggio della Solidarietà  di Mineo tutti i titolari di protezione temporanea sono andati via. Ma, preso il treno verso il Nord, si sono accorti che il loro biglietto valeva solo fino allo stretto di Messina e così, senza soldi e senza alcuna ‘protezione’, sono dovuti tornare indietro alla ricerca di un posto dove alloggiare. Qualcuno dovrebbe spiegare qual è la differenza tra loro e quelli che invece, in Umbria, Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Campania sono stati accolti secondo il piano predisposto dalla Protezione Civile. Ancora, qualcuno dovrebbe spiegarci perché, in tante città , i tunisini che hanno avuto la protezione temporanea non rientrano nel piano di accoglienza. Insomma – continua -, anche con la protezione temporanea prevista dal Dpcm del governo prevalgono caos, arbitrio, cialtroneria. Come abbiamo sostenuto fin dall’inizio, sarebbe stato necessario, anziché creare sistemi di accoglienza paralleli senza alcuno standard e alcuna regola, ricondurre questa emergenza ad un’unica regia coinvolgendo a pieno titolo lo Sprar. Saremmo ancora in tempo per percorrere questa strada”.

E conclude: “Il Governo deve assumersi le sue responsabilità , non demandare a organismi tecnici la gestione di un’emergenza cosi importante, aprendo aprire un tavolo di confronto con le organizzazioni che tutelano i diritti dei rifugiati e dei migranti per gestire l’accoglienza in modo trasparente e nel rispetto delle regole”.

 

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