Generali, giochi ormai fatti per Galateri alla presidenza oggi il via libera del cda

by Editore | 8 Aprile 2011 6:53

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MILANO – Viene il giorno del 18esimo presidente di Generali. Che quasi sicuramente sarà  Gabriele Galateri, presidente uscente di Telecom Italia, l’uomo della pacificazione che nel tardo pomeriggio dovrebbe essere prima cooptato, poi nominato dal consiglio dell’assicuratore in agenda a Roma. Dopo Pasqua, la scelta passerà  in un comitato nomine di Mediobanca (che potrebbe anche sostituire la consigliera dimissionaria Ana Botin), infine tutto sarà  ratificato dall’assemblea di Trieste il 30 aprile. Il day after dell’estromissione di Cesare Geronzi, è trascorsa tra consulti telefonici e qualche visita in Mediobanca, tornata il centro dei giochi. In Piazzetta Cuccia s’è recato nel pomeriggio Galateri, una visita di circa un’ora in cui avrebbe parlato con i vertici dell’istituto del rinnovo del cda di Telco – dove pure concorre alla presidenza – e anche del caso Generali. Nelle stesse ore era in Mediobanca Domenico Siniscalco, presidente di Assogestioni e di Morgan Stanley Italia. «Non dico niente, questa è una visita di business – ha detto il banchiere –. Lavoro con orgoglio nella mia società ». Ma anche Siniscalco è stato al vaglio come candidato outsider, per il curriculum oltre che i buoni rapporti con il ministro Giulio Tremonti. Altri valutazioni i soci Generali le hanno fatte su Piero Gnudi, sempre ben visto dal Tesoro, come sull’economista Mario Monti, che aveva il placet della Banca d’Italia (tra i primi azionisti a Trieste). Sempre ieri è stato visto entrare nel portone ferrato di palazzo Visconti-Ajmi il country manager di Generali, Paolo Vagnone. Nella giornata odierna i grandi azionisti di Generali, previe consultazioni telefoniche, scioglieranno gli ultimi dubbi, che sembrano piuttosto lievi, e opteranno per una presidenza che forse non è scoppiettante e sensazionale, ma offre garanzie di stabilità  e continuità . Quel che azionisti e consiglieri cercano ora, dopo la stagione breve e turbolenta di Geronzi, è un presidente istituzionale, che sappia gestire il cda senza scontri (e senza deleghe come prevede lo statuto triestino), un chairman che si adatti alle indicazioni gestionali del management, senza rivaleggiare né osteggiarlo. Ultimo dettaglio, si cerca un presidente che non sia troppo “caro”. Galateri in Telecom guadagnava 1,6 milioni l’anno. Geronzi dopo neanche 12 mesi se ne andrà  con 16,5 milioni, dieci volte tanto, frutto di due annualità  (3,25 milioni l’una), due indennità  di uscita (3,05 milioni l’una), la forfettizzazione di benefit per due anni più un altro paio di milioni di buonuscita. Per ironia della sorte il manager sabaudo cresciuto nella galassia Fiat sostituirebbe il banchiere di Marino che lo scalzò nel 2007 da Mediobanca.

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