Fuggivano dalla Libia, 68 morti in mare

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LAMPEDUSA— Con la bonaccia riprendono in modo massiccio i trasferimenti, ma Lampedusa non si svuota. Per tanti che partono ce ne sono altri che arrivano e spesso muoiono in mare. L’ultima tragedia a poche miglia dalle coste libiche con un bilancio pesantissimo: 68 morti. Potrebbe trattarsi di parte degli immigrati diretti a Lampedusa a bordo di due barconi, con 335 e 68 persone, e dei quali si è persa ogni traccia. Secondo Joseph Cassar, responsabile del servizio dei gesuiti per i rifugiati a Malta, i corpi sarebbero stati recuperati giovedì scorso e sepolti lo stesso giorno senza che venissero identificati. Della tragedia hanno parlato alcuni profughi eritrei e la notizia è stata confermata anche da don Mosè Zerai, presidente dell’agenzia Habesha, che ha lanciato l’appello per non fermare le ricerche dei due gruppi di migranti dei quali si sono perse le tracce. Senza l’identificazione dei cadaveri non ci sono comunque elementi certi per poter mettere in relazione quest’ultima tragedia con le sorti dei due barconi. Nonostante i morti un esercito di disperati continua a partire per Lampedusa. Ieri sono approdati otto barconi e altri sono in navigazione per un totale di almeno 700 immigrati che si aggiungono a quelli non ancora trasferiti. Sbarcano in un’isola in cui si consumano gli ultimi scampoli di disperazione. Dopo le rivolte al porto, ieri è stato il turno dei minori ospiti della Casa della Fraternità . È bastato poco: hanno visto partire solo alcuni di loro ed hanno temuto di restare sull’isola. Per protesta si sono procurati ferite alle braccia e al petto, hanno spaccato vetri e dato fuoco ai materassi. «Una protesta sconsiderata — dice il questore Di Fazio— le procedure prevedono che i minori debbano essere protetti durante il trasferimento e non possono andare con gli adulti. Un primo gruppo è partito col traghetto e domani (oggi ndr) toccherà  agli altri» . Massicci i trasferimenti in nave degli adulti: 1.730 sull’Excelsior, 300 sulla Superba, 1.100 sulla Clodia. Tanto che a fine giornata simbolicamente il questore riconsegna la città  al sindaco De Rubeis che al telefono ringrazia Berlusconi «per aver rispettato la promessa» . Ma per effetto dei nuovi arrivi e di una parte di quelli che già  c’erano, l’isola non si è svuotata. Ieri per veder partire i migranti a cala Pisana c’erano anche famiglie con bambini al seguito. Tutti disincantati: «Mentre questi partono altri ne arrivano, non finirà  mai» . Lo conferma il fotografo Giulio Piscitelli sceso da uno degli ultimi barconi. «Dalla Tunisia — dice — ne stanno per partire almeno 15 mila» . Il grosso degli immigrati rimasti a Lampedusa ha trovato posto nel centro di accoglienza e le strade non assomigliano più a quelle di Gerba. Eppure qualche tunisino c’è ancora a godersi le ultime ore in un’isola che hanno odiato e amato allo stesso tempo.


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