Francia, pattugliamenti comuni Ma resta il gelo sui permessi

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MILANO— Un accordo a metà , che serve a sciogliere la tensione lungo il confine ma non a risolvere il nodo più intricato, quello dei ventimila immigrati arrivati in Italia dal Nord Africa. Potranno varcare la frontiera e passare in Francia? La risposta arriverà  probabilmente solo lunedì, dal Consiglio Ue dei ministri dell’Interno. E se con la Francia i rapporti diplomatici, nonostante il braccio di ferro in punta di diritto (europeo), si fanno più sereni, c’è la Germania ora a preoccupare il Viminale. Il portavoce del ministro dell’Interno tedesco ha fatto sapere ieri di considerare la decisione dell’Italia di accordare permessi temporanei per motivi umanitari ai migranti tunisini «contraria allo spirito di Schengen» . La questione, promettono da Berlino, sarà  sollevata lunedì, nella stessa riunione ministeriale Ue di Lussemburgo. Nel decreto del governo italiano appena pubblicato si apprende frattanto che i migranti avranno tempo fino al 16 aprile per richiedere il permesso. Il vertice milanese tra il ministro dell’Interno Roberto Maroni e il collega francese Claude Guéant dura un’ora e mezzo. Alla fine, davanti a taccuini e telecamere, i due proveranno a indicare un bicchiere mezzo pieno. «Accordo raggiunto su 5 punti» . I più significativi? Pattuglie miste, aeree e navali, per controllare le coste tunisine e un gruppo di lavoro comune per fermare le partenze dei migranti dalla Tunisia e favorire i rimpatri. Rimane aperta invece la madre di tutte le questioni: i respingimenti francesi. Parigi si atterrà  scrupolosamente al trattato di Schengen, assicura Guéant. Ma i migranti che premono alla frontiera dovranno avere in tasca passaporto e soldi a sufficienza per mantenersi. In caso contrario la Francia li respingerà  oltre confine. «I tunisini — dice il ministro di Sarkozy— fuggono per ragioni economiche. E noi applicheremo l’articolo 5 del trattato di Schengen» . «Sono soddisfatto» , assicura comunque Maroni: «Da una crisi può nascere un’iniziativa forte, comune e congiunta per dare una risposta concreta ai problemi» . Dal fronte tedesco arrivano invece pessime notizie. I permessi di soggiorno temporaneo costituiscono, secondo il portavoce del ministero tedesco Jens Teschke, «un attentato allo spirito di Schengen» . Se ne riparlerà  in sede Ue. Per ora è polemica. «È la dimostrazione che l’Italia paga la presenza leghista nell’esecutivo» , attacca il vicesegretario pd Enrico Letta. Sulla stessa linea il finiano Adolfo Urso: «L’Italia è incapace di svolgere un ruolo attivo e credibile» . Maroni incassa però in serata il riconoscimento del suo leader Umberto Bossi. Tra i due, testimone Roberto Calderoli, «piena intesa» .


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