Fmi: all’Italia serve una manovra correttiva

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WASHINGTON – La ripresa si rafforza, trainata dalle economie emergenti ma è «squilibrata» e ovunque esplode la disoccupazione: 205 milioni a spasso, 30 in più che nel 2007. In Italia invece la crescita è debole (1,1% quest’anno, in rialzo ma meno della media Ue che è 1,6%; 1,3 nel 2012) anche se il paese è più vicino degli altri nel raggiungere l’obiettivo di un deficit-Pil sotto il 3%. Per riuscirci però, proprio perché l’economia tira poco, serve una manovra correttiva. «Ulteriori misure», nel gergo dell’economista Fmi, Jorge Decressing. Anche secondo il superindice Ocse di febbraio l’espansione dell’economia prosegue ma in Italia perde slancio. «Il paese soffre da tempo di bassi tassi di crescita dovuti a rigidità  strutturali e di sistema», spiega Decressing illustrando il nuovo World economic outlook, il librone congiuntural-statistico del Fmi. «Abbiamo chiesto ulteriori misure per migliorare l’istruzione e le amministrazione pubbliche. Servono riforme della politica locale e del mercato del lavoro che è marcatamente dualistico», cioè troppo diviso tra posti di lavoro protetti e precariato. Toccherà  al ministro Giulio Tremonti, atteso a Washington nelle prossime ore, spiegare ai partner come intende regolarsi. Nell’attesa questi esperti si limitano a rilevare che il deficit italiano quest’anno si attesterà  al 4,3% del Pil per poi scendere al 3,5% nel 2012 e al 2,9 solo nel 2012. Il debito pubblico resta un Moloch, a quota 120,3% (120,0% nel 2012). Tra i paesi Ue solo la Germania avrà  i conti in ordine già  quest’anno; la Francia, come l’Italia, deve aspettare due anni. Anche in tema di disoccupazione nella graduatoria europea l’Italia, con il suo 8,6% sta peggio della Germania (6,6) ma meglio della Francia (9,5), e della Spagna (19,4) e della media Ue (9,9). Soddisfatto il ministro Sacconi: «Riconosciuta l’efficacia delle nostre politiche». All’interno di Eurolandia esiste un «caso» Spagna, con una crescita dello 0,8% appena. Il Financial Times scrive che il paese rischia un «contagio» dopo il salvataggio del Portogallo. Ma Olivier Blanchard, capo economista Fmi, ribatte: i mercati «stanno facendo una chiara differenza» tra Madrid e gli altri membri deboli della zona euro. La crisi del debito sovrano preoccupa: tutti i paesi Ue, per uscirne bene, devono risanare i conti; va rafforzata la governance Ue. Il mondo dunque cresce, anche se a due velocità , al ritmo del 4,4%. La disoccupazione resta «ostinatamente alta» e tra i giovani è 2,5 volte superiore, con rischi per «la coesione sociale». Due le novità : i rincari del petrolio, pur se più cospicui del previsto, non faranno «deragliare» la ripresa; scongiurato il pericolo di una doppia recessione. La crescita del Giappone (1,4) rallenta per il terremoto; quella Usa è ribassata (2,8). I rivolgimenti geopolitici nel mondo arabo possono fare fa freno. Tra le locomotive: Cina (9,6), India (8,2) e le economie emergenti (6,5% medio). L’Europa resta una lumaca. L’Istat, nel suo primo «eurozone outlook» redatto con gli istituti di statistica francese e tedesco, sostiene che il Pil reale di Eurolandia nel primo trimestre crescerà  dello 0,5%, grazie alla Germania e, in misura inferiore, alla Francia.


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