È scontro tra Confindustria e governo

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MILANO – L’«ingenerosa» Emma Marcegaglia (copyright del ministro del lavoro Maurizio Sacconi) non fa marcia indietro. Anzi. Il giorno dopo il primo “j’accuse” al governo – «gli imprenditori si sentono soli come non mai» – il numero uno di Confindustria ieri ha rincarato la dose: «Non sta a noi dire se serve un nuovo esecutivo e non credo di essere stata ingenerosa – ha precisato all’assemblea degli industriali di Lecco –. Ho solo detto che gli imprenditori non vedono scelte forti a favore della crescita da parte della politica». Il leader degli industriali ha riconosciuto che il governo «ha fatto una serie di cose per la tenuta dei conti pubblici nella fase più acuta della crisi». Ma adesso è ora di voltar pagina. E mentre Germania e Gran Bretagna varano grandi piani per consolidare e sostenere la ripresa «nel dibattito politico italiano non c’è spazio per questi temi. E non va bene». L’asse privilegiato tra viale dell’Astronomia e Palazzo Chigi – una sorta di tacita collaborazione che durava da inizio legislatura – inizia insomma a scricchiolare, sfibrato pure dalle critiche della manager mantovana al fondo salva-imprese fortissimamente voluto da Giulio Tremonti: «Non credo a uno Stato che decide quali sono i settori strategici – ha ribadito ieri –. L’intervento pubblico nelle imprese ha fatto danni enormi in passato, le grandi aziende non si creano in laboratorio». Il vero problema è «che l’Italia cresce troppo poco – ha aggiunto Marcegaglia –. Il nostro compito è richiamare temi veri e concreti e cercare di suggerire le soluzioni». La terapia anti-crisi di Confindustria uscirà  dalle assise nazionali del 7 maggio a Bergamo «una grande adunata di imprenditori – ha tenuto a sottolineare – cui non parteciperanno i rappresentanti della politica». Una decisione su cui il suo predecessore Luca Cordero di Montezemolo ha detto ieri di «essere completamente d’accordo». Lo “strappetto” del leader degli imprenditori italiani – «un’onesta fotografia della scarsa capacità  di colloquio tra politica e imprese», secondo il presidente della Camera Gianfranco Fini – non ha lasciato indifferenti ieri i rappresentanti di un esecutivo già  alle prese con diversi problemi interni. Quelle di Marcegaglia – ha replicato Sacconi – sono critiche «ingenerose e confido che avremo modo di risponderle con i fatti nei prossimi giorni varando il piano nazionale di riforma e i provvedimenti che ne conseguiranno». «Noi abbiamo trovato le risorse per sostenere i lavoratori», ha aggiunto il ministro della gioventù Giorgia Meloni mentre il vicesegretario del Pd Enrico Letta ha chiesto subito «un’assise parlamentare speciale per le imprese». «Aspetto con curiosità  la frustata all’economia annunciata per maggio dal ministro della funzione pubblica Renato Brunetta. È una persona seria e mi auguro che queste cose arrivino», ha detto Marcegaglia. Qualcuna delle richieste di Confindustria – in attesa delle assise del 7 maggio – è già  sul tavolo. «Il punto fondamentale è la riforma fiscale – ha ribadito ieri il presidente di viale dell’Astronomia –. In Italia la pressione fiscale è la più alta in Europa sui lavoratori e sulle imprese e questo crea un problema». Punto due: «Più attenzione su ricerca e innovazione perché questo paese investe pochissimo sia dal punto di vista pubblico che privato». E gli aiuti su questo fronte – ha aggiunto rifilando un altro colpo di fioretto al governo – «sono stati sostanzialmente tagliati quasi tutti, cosa che non succede negli altri paesi».


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