E il Pdl trema per il sindaco “Non ce la farà  al primo turno”

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MILANO – Nel Pdl milanese cresce la paura di non farcela a rieleggere Letizia Moratti. Almeno al primo turno. «Lei pensa ancora di vincere al primo turno, ma se lo sogna – si sfogava ieri dagli Stati Uniti il ministro della Difesa e coordinatore nazionale del partito Ignazio La Russa – Basta prendere i voti delle precedenti elezioni e sottrarre quelli dell’Udc e del Fli: basta un 5 per cento in meno e si è già  sotto il 50». Per una volta, La Russa è d’accordo con Gianfranco Fini che ieri avrebbe detto (anche se l’affermazione è stata poi smentita) che Berlusconi sarebbe «molto preoccupato per i sondaggi milanesi» che darebbero alla Moratti solo il 42 per cento. Anche il sindaco di Milano è preoccupata. Teme una fuga di voti moderati dopo lo scandalo dei manifesti con la scritta «via le Br dalle procure» ideati da Roberto Lassini, candidato nella lista del Pdl al Consiglio comunale. Ed è questa la ragione per cui ieri ha puntato i piedi, durante il faccia a faccia con il coordinatore lombardo Mario Mantovani, e ha chiesto il ritiro della candidatura di Lassini. Minacciando, in caso contrario, di pubblicare una lettera in cui si dissociava dalla sua candidatura. Il Pdl milanese è sotto choc. Una nuova tegola è caduta sul partito proprio dopo che Berlusconi domenica aveva chiesto ai suoi di «fare un salto di qualità » nella campagna elettorale per Milano. Mentre procede l’inchiesta sulla denuncia dei Radicali per le firme false raccolte a sostegno del listino di Roberto Formigoni alle ultime Regionali, nel Pdl è in atto una guerriglia interna che rischia di compromettere non solo il clima della campagna elettorale, ma anche l’esito. Un tutti contro tutti che riguarda anche la gestione del partito in Lombardia. La Lega con Matteo Salvini ha già  avvisato gli alleati pidiellini che passerà  queste settimane «a parlare di Milano, non di magistrati, di Br, di intercettazioni». La Moratti si consola pubblicando sul suo sito l’ultimo sondaggio di Euromedia di Alessandra Ghisleri, la sondaggista di fiducia del Cavaliere, che la dà  vincente già  al primo turno con il 50,8 dei consensi, che lievita addirittura al 52 con i voti delle undici liste che la sostengono, contro il 41 di Giuliano Pisapia, lo sfidante candidato dal centrosinistra, che con i voti dei partiti della sua coalizione scenderebbe al 39,4. Ma nel Pdl nessuno sembra prenderlo davvero sul serio. «I sondaggi Euromedia sono veri, ma realizzati su un campione molto limitato e per fasce di età  – confida un alto dirigente del Pdl – L’unico dato certo attualmente è il gradimento della Moratti al 48 per cento senza un rapporto con gli altri candidati. Senza contare che c’è ancora un 15 per cento di elettori del centrodestra che continua a non avere intenzione di recarsi ai seggi». Il sondaggio Euromedia infatti assegna al sindaco più voti di quanti attribuisce al Pdl (33,9) alla Lega (13) e alla lista civica del sindaco (1,8) messi insieme. La loro somma non arriva ancora al 50 per cento. Ecco perché Berlusconi ha invitato i «missionari della libertà » a «non perdere tempo» e a concentrarsi soprattutto «su quelle persone incerte che non hanno ancora deciso se andranno a votare». Il partito si appresta a una mobilitazione senza precedenti. Dopo aver tappezzato la città  di manifesti, ieri ognuno dei 360 candidati ai Consigli di zona ha dovuto selezionale tre volontari che batteranno a tappeto tutti gli angoli della città , a caccia di indecisi. Il 7 maggio Berlusconi chiuderà  la campagna elettorale al Castello Sforzesco e la Moratti pretende che quel giorno sul palco ci sia anche Umberto Bossi. Il candidato sindaco del centrosinistra Giuliano Pisapia è convinto che «Berlusconi cerca la rissa perché Letizia Moratti è in caduta libera». Mentre per quello del “Terzo polo” Manfredi Palmeri, che il sondaggio della Ghisleri dà  solo al 3,8 per cento, «sono in molti anche nel Pdl a leggere negli autosondaggi della Moratti più una prova di debolezza che di forza». Nel centrodestra il nervosismo è palpabile. E c’è chi comincia a guardare con ansia anche la crescente popolarità  tra i giovani del candidato dei grillini, il ventenne Mattia Calise, che alla fine potrebbe fare la differenza.


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