Deficit greco al 10,5%, torna lo spettro default l’entourage della Merkel: ristrutturare il debito

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ROMA – La crisi della Grecia torna come uno spettro sui mercati. Ieri i rendimenti dei bond di Atene hanno toccato livelli record, nel giorno in cui Eurostat ha certificato un ampio sforamento del deficit 2010 rispetto alle promesse del governo. Il rapporto deficit/Pil ha toccato l’anno scorso quota 10,5%, un livello che avvicina pericolosamente il rischio di default, o quantomeno quello di una ristrutturazione del debito pubblico da parte di Atene con un allungamento delle scadenze o un taglio delle cedole. Un’ipotesi sulla quale, per la prima volta, arrivano pressioni anche dalla Germania, che ha sottoscritto quasi un terzo dei 30 miliardi arrivati dalla Ue nel maxi piano di salvataggio dell’anno scorso da 110 miliardi complessivi. Ieri a parlare è stato Lars Feld, consigliere economico del governo di Berlino. «Non credo che la Grecia riuscirà  in questa strategia di consolidamento senza una ristrutturazione in futuro, se non addirittura nel prossimo futuro – ha detto in un’intervista a Bloomberg – Atene farebbe meglio a ristrutturare prima, piuttosto che tardi». Uno scenario, quello della ristrutturazione del debito pubblico, che il membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea Manuel Gonzalez-Paramo ha definito più devastante del crac della Lehman Brothers. Ma oltre alle prese di posizione arrivate dall’entourage della cancelliera Angela Merkel, pesano anche i dati sui conti pubblici. Il deficit della Grecia certificato da Eurostat è stato nel 2010 pari al 10,5% del Pil, superiore al 9,4% previsto da Atene e all’8,1% a cui il governo si era impegnato in cambio del prestito internazionale. Le preoccupazioni dei mercati sulla crisi greca hanno toccato anche il Portogallo. Tanto che ieri i rendimenti sui titoli dei due Paesi hanno raggiunto i massimi storici. I tassi sui bond greci a 10 anni sono saliti al 15,17% dal 14,71% di giovedì, mentre quelli del Portogallo sono passati dal 9,14% al 9,45%. Non una buona notizia per i dipendenti pubblici portoghesi, che secondo la stampa locale, potrebbero ricevere tredicesima e quattordicesima in titoli di Stato. Sarebbe, infatti, questa una delle misure che Bce, Ue e Fmi potrebbero inserire nel pacchetto di aiuti al Portogallo. Indicazioni in chiaroscuro, invece, per l’Italia. Secondo i dati Eurostat, infatti, è migliorato nel 2010 il deficit rispetto al Pil, ma il nostro Paese resta “osservato speciale” per il debito che continua a pesare. L’Italia, l’anno scorso, secondo l’istituto di statistica europeo, ha fatto registrare un deficit al 4,6% del Pil, in calo rispetto al 5,4% del 2009, l’anno della crisi mondiale. Male invece il livello del debito pubblico, in costante crescita negli ultimi quattro anni. Era al 103,6% nel 2007, per poi salire al 106,3% del 2008, al 116,1% del 2009 e arrivare infine al 119% del Prodotto interno lordo nello scorso anno. Una performance che colloca l’Italia al penultimo posto nell’intera Ue, prima solo della Grecia che è al 142,8%.


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