Dal Pdl ancora attacchi a Tremonti Scajola: in economia si deve cambiare

by Editore | 22 Aprile 2011 7:21

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ROMA – La bomba che fa esplodere il Pdl la sgancia Il Giornale. Il quotidiano della famiglia Berlusconi intervista il ministro dei Beni culturali Giancarlo Galan. Che rimpiange lo spirito di Forza Italia, dei quali è stato uno dei fondatori. Poi l’attacco, durissimo, a Giulio Tremonti. «Siamo scesi in politica in nome delle idee liberali e siamo finiti con un governo perennemente commissariato da un socialista come Tremonti. Con lui perdiamo le elezioni». La potenza dell’attacco viene moltiplicata dalla scelta di sparare le parole di Galan nel titolone di prima pagina («Bufera nel Pdl, scoppia il caso Tremonti») e di accompagnarle con un editoriale del direttore Alessandro Sallusti (spesso in sintonia con il pensiero del premier). Che scrive: «Nel problema posto da Galan c’è del vero». E ancora, «il sasso è gettato, aspettiamo l’onda». Nel Pdl scoppia il caos e in serata il Cavaliere riceve il superministro a Palazzo Grazioli. Sarà  un lungo incontro. Che il titolare dell’Economia con i suoi tagli si sia attirato i sospetti di molti colleghi, Berlusconi compreso, è risaputo. Ma tutti notano che fino alle due del pomeriggio nessuno lo difende. Anzi, nessuno commenta. Silenzio totale. Sulle agenzie solo le critiche di Camusso e Bonanni (Cgil e Cisl) alle sue politiche e le parole della Marcegaglia, che gli chiede di mantenere le promesse alle imprese. Ci mette del suo anche suo l’ex ministro Scajola (Pdl): in un intervento di mercoledì pubblicato solo ieri chiede «maggiore determinazione e coraggio» nel rilancio del Paese e in pratica disegna un programma economico alternativo a quello di Tremonti. «Bisognerebbe riflettere – si lamenta – sulla apparente rinuncia a procedere quest’anno e il prossimo sulla strada delle riforme strutturali, per rimandare alla prossima legislatura tutto l’aggiustamento dei conti». Servono «liberalizzazioni e privatizzazioni», scrive prima di chiedersi che fine abbia fatto la proposta di abolire le province che «farebbe risparmiare almeno due miliardi». L’imbarazzante silenzio del partito viene rotto dopo pranzo, quando Berlusconi pubblica una nota di solidarietà  al ministro. «Il premier ribadisce pieno sostegno a Tremonti: grazie alla sua politica, sempre condivisa, ha garantito la tenuta del bilancio, la sicurezza del risparmio e la coesione sociale». Nessuna parola contro Galan. Poi parte la batteria di dichiarazioni di sostegno al titolare del Tesoro dai vertici del partito, i coordinatori Verdini (in questo momento delicato servono coesione e armonia»), La Russa («in campagna elettorale dobbiamo remare tutti nella stessa direzione») e Bondi («serve solidarietà »). Ma tra i ministri però intervengono solo Brunetta e Matteoli. Gelido Cicchitto, al quale Galan aveva riservato una bordata: «Ci siamo ridotti a prendere ordini da politici di professione come La Russa o Cicchitto». «Risponderò dopo le prossime elezioni», dice il capogruppo. In attesa del voto di maggio nel Pdl si sommano i conti in sospeso. Gongola l’opposizione. Per il segretario Pd Bersani «il governo non è in condizioni di dare barra al Paese». Gli stessi democratici ricordano con sarcasmo che «all’inizio Berlusconi fu solidale anche con Fini…». Per il leader Udc Casini quello di ieri «è solo la punta dell’iceberg della rissosità » della maggioranza». I futuristi sottolineano: Galan dice le stesse cose che diceva Fini.

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