Cosa nostra investiva al Nord sullo smaltimento dei rifiuti

by Sergio Segio | 29 Aprile 2011 17:56

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Beni per un valore complessivo di 22 milioni di euro, riconducibili a Luigi Abbate, ritenuto uomo d’onore del mandamento mafioso di Porta Nuova a Palermo, sono stati sequestrati dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo su proposta del questore Nicola Zito. Luigi Abbate è conosciuto anche con il soprannome di “Gino u mitra” per la sua abilità  nell’uso delle armi. Il sequestro è arrivato a conclusione di indagini patrimoniali, svolte in collaborazione tra le questure di Palermo e Lodi, che hanno riguardato una rete di società  cooperative, in maggioranza operanti nell’attività  di raccolta e smaltimento rifiuti e strettamente collegate all’impresa principale “Italia 90”, con la finalità  di monopolizzare il settore.

Tutte le società , riconducibili ad Abbate attraverso suoi familiari usati secondo l’accusa come prestanome, sono state sequestrate. La “Italia 90”, con sede legale a Palermo e sede operativa a Ospedaletto Lodigiano (Lodi) esercita l’attività  di raccolta, trasformazione e, in genere, smaltimento di rifiuti solidi urbani, rifiuti speciali assimilabili, scarti industriali, spazzamento strade, smaltimento di rifiuti cimiteriali, esclusivamente nell’Italia Settentrionale, dove si è aggiudicata oltre 40 gare d’appalto indette da molti Comuni delle provincie di Lodi e Cremona, ma anche da altre città  della Lombardia e della Liguria.

I formali gestori della società  “Italia 90”, tra i quali i coniugi Maria Abbate e Claudio Demma, la prima in qualità  di procuratrice il secondo in qualità  di socio unico, sarebbero riusciti ad aggiudicarsi le numerose gare d’appalto nelle diverse province lombarde con intimidazioni nei confronti dei legali rappresentanti delle imprese concorrenti.

Per gli investigatori si tratta di un “solidale e compatto ‘gruppo imprenditoriale mafiosò all’interno del quale ciascuno dei consanguinei ha svolto il ruolo di prestanome, offrendo un importante contributo per il conseguimento dei fini illeciti realizzando una rete di società  cooperative, la maggior parte dedite all’attività  di raccolta e smaltimento rifiuti, strettamente collegate all’impresa principale, ‘Italia 90’, con finalità  dirette a monopolizzare il settore”

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