Castelli e quel proiettile «Era per il sindaco nemico dei videopoker»

by Editore | 15 Aprile 2011 6:57

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OGGIONO (Lecco) — La terza minaccia ha più il sapore della sfida che dell’intimidazione. A Oggiono, paese di 8mila abitanti nel Lecchese, si sapeva che Roberto Castelli sarebbe arrivato in consiglio comunale. Il viceministro voleva portare la solidarietà  al sindaco leghista, Roberto Ferrari, finito nel mirino di un duplice attentato. Lo scorso sabato una bomba molotov gli ha incenerito la porta di casa e nella cassetta della posta gli hanno infilato un proiettile. Ma chi lo minaccia ha deciso di alzare il tiro: nonostante il dispiegamento di forze dell’ordine, hanno lasciato a terra un altro proiettile. Lo hanno ritrovato gli uomini della scorta vicino all’auto blu di Castelli posteggiata di fronte al municipio. Il proiettile non sembra che fosse destinato a Castelli, come si era ipotizzato negli istanti seguenti al ritrovamento e lui stesso non si sente il bersaglio: «Non credo che fosse indirizzato a me. Piuttosto ritengo che il movente vada ricercato a livello locale. Forse c’è chi non ha gradito qualche atto dell’amministrazione di Oggiono» . Il sospetto adombrato dall’ex guardasigilli è condiviso dal sindaco Ferrari, 36 anni, eletto nel giugno 2009, in una coalizione Lega-Pdl che ha conquistato il 54%voti. «Due cose ho fatto: il piano di governo del territorio e un giro di vite contro i videopoker. Ma il Pgt non è ancora stato presentato ai cittadini, quindi escludo che abbiamo infastidito gli appetiti immobiliare di qualcuno; indigesta può essere stata invece la lotta al dilagare delle macchinette mangiasoldi, per le quali abbiamo approvato regole severe. Per esempio, i videopoker sono vietati a meno di 300 metri da scuole, chiese, oratori. E i locali che li hanno in dotazione devono essere distanti 500 metri gli uni dagli altri. Paletti che in un piccolo paese come il nostro, sono limiti molto stringenti» . Se il sindaco fa «ragionamenti a posteriori» come li definisce, le indagini sono in mano ai carabinieri. Gli investigatori hanno già  sequestrato i cocci della bottiglia riempita di benzina e lanciata contro la villetta del sindaco, per scovare eventuali impronte. Così come hanno già  analizzato i due proiettili rinvenuti: «Identico calibro 9, ma differente marca, modello e tipo. Un dettaglio da non trascurare» si limita a dire il capitano Giorgio Santacroce. E all’esame degli inquirenti ci sono già  i filmati del sistema di videosorveglianza. Intanto si valuta se assegnare la scorta al sindaco leghista, che non è nuovo alle intimidazioni. «Piccoli episodi del passato a cui non avevo dato peso, ma che adesso mi fanno riflettere: dal lancio di uova contro il balcone di casa, alle scritte ingiuriose con lo spray sui muri» . Ferrari, che a soli 18 anni aveva in tasca la tessera della Lega, confessa che «da sei giorni dormo sonni agitati. Sono impaurito per me e per la mia famiglia. Ma, nonostante molotov e proiettili, non cambio la mia linea politica e amministrativa» . E, in attesa che lunedì arrivi a Lecco il ministro dell’Interno Maroni per firmare un protocollo locale sulla sicurezza, Castelli incoraggia il sindaco: «Vai avanti fiducioso. Prenderemo i responsabili di queste minacce, e gliela faremo pagare» .

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