Carcere per i clandestini, stop dalla corte Ue
ROMA – Bocciato il reato di clandestinità . Questa volta è la Corte di Giustizia dell’Unione europea a sanzionare il governo italiano criticando la legge che punisce con il carcere gli immigrati irregolari. Dopo gli sbarchi a Lampedusa, le incomprensioni con la Francia, arriva ora la Corte europea. E per il governo si apre un altro fronte.
Secondo i giudici il reato di clandestinità «può compromettere la realizzazione dell’obiettivo di instaurare una politica efficace di allontanamento e rimpatrio nel rispetto dei diritti fondamentali». Gli Stati membri – si legge nella sentenza – «non possono introdurre una pena detentiva solo perché un cittadino di un paese terzo, dopo che gli è stato notificato un ordine di lasciare il territorio nazionale e il termine impartito con tale ordine è scaduto, permane in maniera irregolare su detto territorio».
La sentenza gela l’esecutivo. «Vorrei comprendere perché l’Italia, sempre e solo l’Italia», commenta irritato il ministro Maroni. «Ci sono altri paesi europei che prevedono il reato di clandestinità e non sono stati censurati. L’eliminazione di questo reato poi accoppiata alla direttiva europea sui rimpatri, rischia di fatto di rendere impossibili le espulsioni».
Il parere della Corte è invece accolto con estremo favore dal mondo cattolico. «Le nostre forti perplessità sul reato di clandestinità trovano conferma nella sentenza della Corte di Giustizia europea», commenta Oliviero Forti, responsabile nazionale immigrazione della Caritas. «Ora il governo italiano ci ripensi», auspica monsignor Agostino Marchetto, segretario emerito del Pontificio consiglio per i migranti. «Essere immigrati non è una colpa, la sentenza va nella direzione giusta», dice Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio.
Soddisfatta l’opposizione. «Abbiamo avuto un ingresso di clandestini superiore durante gli anni di governo Berlusconi-Lega rispetto agli anni del centrosinistra. Non c’è stata nessuna soluzione pratica», commenta il segretario del Pd Bersani. Per Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, «il no della Corte Ue deve far riflettere chi, anche in queste ore, affronta un tema così importante come l’integrazione in termini esclusivamente elettorali e demagogici». Di demagogia parla anche il capogruppo di Fli alla Camera, Benedetto Della Vedova: «A essere stata bocciata è una norma demagogica e inefficiente che aggrava l’arretrato giudiziario e il sovraffollamento carcerario».
Ma il governo è compatto. Per il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri «certe sentenze sono un incoraggiamento per i clandestini». Il sindaco Alemanno fa notare che «è ancora più urgente un decreto legge del governo che metta in ordine i meccanismi legati all’immigrazione. Questa sentenza non cancella il reato di clandestinità , ma la pena di reclusione». E il ministro Maroni non si arrende: «Nei prossimi giorni vedrò come porre rimedio alla sentenza».
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